In Germania si riapre il dibattito sul ruolo delle donne in ambito accademico. In particolare la questione si è rivelata “pesante” per lo stato federato del Nord Reno-Vestfalia. Il governo locale ha deciso di correre ai ripari dopo aver letto i risultati del primo rapporto sulla tematica uomo-donna compilato da un Network di ricerca sulle donne e le tematiche di genere.
In ambito universitario la questione comincia a farsi sempre più spazio, tanto che anche in Africa ad esempio comincia a prender forma un movimento di docenti e ricercatrici impegnato per le pari opportunità.
L’associazione che ha redatto il rapporto, sostenuta dal governo statale, ha sede presso l’Università di Duisburg-Essen e conta circa 180 membri, tutte accademiche che provengono da ogni parte del Paese. La coalizione socialdemocratici-verdi attualmente al governo nella regione ha intenzione di introdurre una nuova legislazione per promuovere, con incentivi governativi, l’inserimento di un maggior numero di donne tra le fila dei professori universitari.
Dal rapporto si evince infatti che su scala federale, nel 2008, erano di genere femminile il 49,8 per cento degli studenti e il 41,9 per cento dei dottorandi. Ma le donne rappresentavano solamente il 17,4 per cento dei professori. La percentuale della Nord-Reno Vestfalia si attesta addirittura attorno al 16,6 per cento, quindi sotto la media nazionale, nonostante la percentuale di donne fosse cresciuta del 7% negli ultimi 10 anni. Il numero maggiore di studentesse nello stato federato non si traduce in un maggior numero di docenti o manager donna.
“Uno spreco di talento e opportunità che non possiamo più accettare” ha commentato il ministro dell’Istruzione superiore Svenja Schulze. La proposta della coalizione di governo, che prevede una soglia minima del 40 per cento di amministratori di sesso femminile è stata però osteggiata dall’opposizione liberaldemocratica, che non la ritiene una soluzione al problema.