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L’uso intensivo dello smartphone altera il cervello e dà “superpoteri” ai pollici

da | Dic 2014 | News | 0 commenti

Siete dipendenti dal vostro smartphone? Sappiate che ciò altera il cervello, almeno secondo quanto afferma uno studio compiuto all’Università di Zurigo (Svizzera) in collaborazione con quella di Friburgo (Germania). Niente paura, però, non si tratta di qualcosa di troppo spiacevole: usano il telefonino non si diventa meno intelligenti, a cambiare è solo il modo in cui la mente e le dita interagiscono. In pratica, l’uso prolungato e intensivo del touchscreen amplifica l’attività cerebrale legata al movimento dei pollici.

Secondo i ricercatori, lo smartphone altera il cervello in maniera simile a ciò che accade ai violinisti. In questo caso, l’area cerebrale che controlla il movimento delle dita con le quali essi suonano lo strumento risulta ampliata, fenomeno che si osserva – su scala più ridotta, poiché coinvolge solo i pollici – anche in coloro che sono dipendenti dall’utilizzo del proprio telefonino di ultima generazione. Lo studio svizzero-tedesco ha osservato che la destrezza dei pollici degli smartphone addicted è sorprendente. L’uso compulsivo del dispositivo genera una plasticità mentale che aumenta giorno dopo giorno e conferisce alle dita quasi dei “superpoteri”, ovvero la capacità di compiere movimenti sempre più rapidi e precisi.

Per confermare che lo smartphone altera il cervello, i ricercatori hanno coinvolto 37 volontari destrorsi, di cui 26 utilizzatori di touchscreen e 11 di telefonini di vecchia generazione. I volontari sono stati sottoposti ad elettroencefalogramma, per misurarne l’attività cerebrale corticale connessa ai movimenti di pollice, indice e medio. Dagli esami è emerso che tale attività era diversa tra i due gruppi, risultando maggiore tra quanti avevano abbracciato la nuova tecnologia rispetto ai nostalgici dei tasti. Inoltre, si è osservata una correlazione tra l’uso compulsivo e questo tipo di aumento. In sostanza, maggiore era stato l’utilizzo dello smartphone negli ultimi dieci giorni precedenti al test, tanto più attiva risultava la corteccia cerebrale.

Lo studio è interessante, ma c’è da scommettere che sapere che lo smartphone altera il cervello non farà alcuna differenza per quanti ormai non potrebbero più fare a meno di questo dispositivo.

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