Giardinieri, infermieri, cuochi, ma anche camerieri, vigilantes e camionisti: sono questi i lavori in ascesa da qui al 2018, ma attenzione: per la maggior parte di questi è richiesto per lo meno un diploma universitario. E il triste destino dei laureati si avvia verso la sovra-qualificazione di massa. Almeno negli States, secondo il rapporto “Help Wanted” redatto sulla base dei dati del Bureau of Labor Statistics, rielaborati dalla Georgetown University Center on Education and the Workplace. Ma il panorama ricorda da vicino quello europeo, dove la “top ten” delle professioni del futuro potrebbe non essere molto differente.
La società invecchia, la produzione è spesso delocalizzata, i settori e i distretti più innovativi crescono ma non riescono ad assorbire tutti i laureati più preparati. Il risultato? Sarà boom dei servizi, in particolare di quelli dedicati alla salute e alla cura della persona, ma quasi la metà dei nuovi posti di lavoro richiederanno un’istruzione di buon livello. Nonostante l’uscita dalla crisi sia ancora una puntino in fondo al tunnel, i dati americani mostrano che le aziende iniziano a respirare e da qui al 2018 il mercato statunitense potrebbe offrire 46 milioni di assunzioni e per 22 milioni di questi sarà richiesta una formazione universitaria: ed ecco che il numero di laureati sfornati dai college americani è ancora insufficiente.
Anche tra i cosiddetti “blue collars”, addetti a lavori manuali come meccanici, elttricisti, operai e trasportatori, saranno oltre 2 milioni e mezzo (su 7,8 milioni complessivi) i nuovi posti di lavoro che richiedono agli aspiranti di aver almeno varcato la soglia del college. Lo stesso vale per quasi la metà dei 10 milioni di addetti richiesti nel settore “Cibo e servizi personali”, dai cuochi alle cameriere.
E se i settori della scuola (1,3 milioni di assunzioni) e delle professioni scientifiche e tecnologiche (+2,8 milioni) continuano a richiedere i livelli di istruzione più elevati, il vero boom è quello dei servizi professionali per la salute, con numeri simili a quelli delle professioni scientifiche, e dei servizi di assistenza domiciliare. In questo ultimo ambito, a sorpresa, oltre il 50 per centro delle figure richieste dovrà aver frequentato almeno qualche anno di college, al 10 per cento dei nuovi assunti si richiede addirittura una specialistica o un master.
Anche se le professioni del futuro, dunque, potrebbero non essere il medico, l’avvocato o l’ingegnere, la laurea risulta comunque, per lo meno in America, una risorsa chiave per ottenere qualsiasi tipo di lavoro. Il possesso di titoli infatti sembra essere un buon modo per semplificare le procedure di selezione ed inoltre una certa dose di cultura generale è ormai richiesta in tutti gli ambiti.
Io non sono una cima in matematica, ma a questo punto non conviene prendere i soldi che si spenderebbero all’ Università e ci si apre un negozio? poi magari nel tempo che si impiegherebbe a laurearsi si ingrana e si assumono due commesse, magari laureate 🙂 e si diventa imprenditori?