Dal prossimo primo luglio nello stato americano della Georgia entrerà in vigore una norma che consentirà a studenti e personale dei college e delle università pubbliche di introdurre armi da fuoco anche all’interno dei campus. L’unica limitazione prevista è che le armi non debbano essere visibili. Il governatore della Georgia, Nathan Deal, che ha firmato la legge, soltanto l’anno scorso aveva esercitato il proprio diritto di veto nei confronti di una norma analoga.
A prevalere allora erano state le proteste degli attivisti per il controllo delle armi. Adesso, invece, hanno avuto la meglio le ragioni degli attivisti per il Secondo Emendamento, quello che stabilisce il diritto per ciascun cittadino americano di armarsi. Il rifiuto del governatore della Georgia di approvare la precedente legge era stato motivato citando ciò che nel 2008, l’allora giudice della Corte Suprema, Antonin Scalia aveva detto a proposito dell’introduzione di armi all’interno di college e università. Scalia aveva affermato che, essendo questi dei “santuari del sapere” non si poteva consentire che vi entrassero le armi. Il ripensamento di Deal, invece, è stato spiegato asserendo che la legge attuale è diversa dalla precedente. La norma appena approvata, infatti, garantirebbe la protezione di coloro che si trovano a dover attraversare zone pericolose nel loro tragitto da e per il campus.
La legge che consente l’introduzione di armi nei campus della Georgia sta facendo molto discutere. Tra i rischi evidenziati da coloro i quali contestano la norma c’è soprattutto quello che college e università diventino luoghi meno sicuri sia per gli studenti che per il personale. In particolare, si teme che togliere le restrizioni relative alle armi da fuoco porti a un incremento degli omicidi e dei suicidi all’interno di queste istituzioni. Il che non è così inverosimile, visto che negli USA – nonostante i divieti – non sono poi così rari gli episodi di sparatorie all’interno di scuole e università.