Si è conclusa a Taormina la RAM, la Rete degli Atenei Meridionali, coni i Rettori e Delegati delle Università del Mezzogiorno d’Italia, insieme ad esponenti del Governo e dell’imprenditoria e di Confindustria.
Nel corso della riunione si è parlato soprattutto dell’esigenza di promuovere comuni e condivise politiche di innovazione nell’alta formazione e nella ricerca come fondamentale contributo allo sviluppo del Sud.
La RAM, già dai mesi scorsi ha dato il via a diversi iniziative. La “Rete degli Atenei Meridionali” trova ampia e convinta accoglienza non solo nel mondo universitario, ma anche in quello delle istituzioni dell’economia.
Uno dei messaggi a cui si è dato ampio spazio, si riferisce proprio alle università meridionali, che rappresentano una grande risorsa non solo per lo sviluppo del Mezzogiorno, ma per l’intero sistema Paese, alla ricerca di una via d’uscita dalla crisi sulla base di un nuovo modello di sviluppo.
Tra i dati analizzati, in particolare per quanto riguarda i finanziamenti alla ricerca, è emerso il dato di un complessivo sottofinanziamento dell’alta formazione e della ricerca in Italia, valutabile intorno all’1,1% del PIL contro l’1,7% della media europea. Questo parametro scende al di sotto dell’1% nelle regioni del Sud.
Per questo gli Atenei meridionali che si sono riuniti, hanno condiviso e sottolineato più volte l’idea della necessità di operare in rete tra loro e in sinergia con le istituzioni politiche e il mondo imprenditoriale per favorire lo sviluppo locale e l’innovazione: lo sviluppo del mezzogiorno e del “Sistema Paese”, attraverso le Università meridionali.