All'Università di Stanford inventate le protesi cardiache wireless
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Problemi al cuore? Dall’Università di Stanford arrivano le prime protesi cardiache wireless

da | Set 2012 | News | 0 commenti

Fino a oggi per risolvere i problemi cardiovascolari sono state usate le protesi cardiache con fonti di alimentazione interne, come il famoso pacemaker. Dagli Stati Uniti arriva, però, una grande novità: si tratta delle prime protesi wireless, cioè senza fili, che stanno dando risultati molto soddisfacenti in termini di prolungamento e miglioramento della qualità della vita nelle persone in cui sono applicate. Questo rappresenta un’ottima testimonianza di come negli ultimi anni il progresso tecnologico stia facendo grandi passi avanti.
Verso questi dispositivi wireless i ricercatori hanno mostrato sempre una certa diffidenza, poiché le frequenze richieste per penetrare il corpo umano sono piuttosto alte. Alcuni studiosi dell’Università di Stanford – più precisamente Ada Poon, Sanghoek Kim e John Ho – sono riusciti, però, a risolvere la questione attraverso l’utilizzo delle onde alternate, che altro non sono se non campi magnetici ed elettrici in sequenza. In questa maniera si ottiene un aumento della potenza di trasmissione, che si aggira all’incirca attorno ai 50 microwatt per millimetro quadrato, permettendo il raggiungimento dell’impianto posto a cinque centimetri di profondità.

Nel dettaglio, le protesi cardiache wireless inventate dai ricercatori dell’Università di Stanford sono contenute in dei cubi di otto decimi di millimetro di raggio, con la capacità di trasmettere onde radio al di fuori dell’organismo. Tutto ciò utilizzando una combinazione di trasmissione radiativa e induttiva a 1,7 miliardi di cicli al secondo, convogliata verso un’antenna ricevente inclusa. Tale invenzione è stata illustrata sulla rivista Applied Psysics Letters e i suoi confortanti risultati stanno facendo sperare in un futuro migliore per chi soffre di patologie cardiache.
Se prima, quando si utilizzava il pacemaker tradizionale, occorreva ricorrere a più interventi chirurgici, prima per sostituire le valvole cardiache danneggiate e poi per cambiarne la batteria, adesso tutto è risolvibile tramite una più comoda fonte di alimentazione esterna. L’utilizzo di questi dispositivi wireless rappresenta, insomma, una bella notizia per tutti quelli che hanno un problema al cuore e non sono per niente pochi: nei Paesi nell’UE, infatti, i morti per questo tipo di patologie sono due milioni all’anno. Si tratta di circa il 42 per cento del totale dei decessi.

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