Un gruppo di ricercatori del dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena è riuscito a sintetizzare nuove molecole anti-cancro, in grado di colpire le cellule tumorali e adatte per essere impiegate nello sviluppo di nuovi farmaci. In particolare, le cure ottenute da queste molecole potrebbero risultare assai efficaci contro il cancro del colon, del pancreas e della vescica. I risultati della ricerca senese accendono così la speranza in chi purtroppo è affetto da queste gravi patologie.
Lo studio che ha condotto all’individuazione di queste nuove molecole anti-cancro è stato finanziato dall’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, e dall‘Istituto toscano tumori: “Da anni – spiega la responsabile della ricerca, Luisa Bracci – gli obiettivi del nostro lavoro di ricerca sono la creazione e lo sviluppo di peptidi per la diagnostica e la terapia di malattie umane”. In particolare, queste molecole peptidiche – chiamate Nt4 e sintetizzate in forma tetra-ramificata – sono risultate in grado di trasportare farmaci, indirizzandoli selettivamente sulle cellule tumorali e rendendoli più efficaci nella riduzione di tumori in modelli sperimentali.
I risultati della ricerca condotta dall’Università di Siena saranno ben presto pubblicati sulla rivista della American chemical society, journal of medicinal chemistry. “ll risultato ora raggiunto, e in via di pubblicazione, – aggiunge Luisa Bracci – ci riempie di soddisfazione, in quanto consente un decisivo passo in avanti in questo specifico settore di studi ed è in linea con le tendenze più avanzate della ricerca internazionale in campo oncologico”. D’altra parte, così come riferisce la studiosa, da qualche tempo vengono esaminate “le applicazioni dei peptidi in vari campi, dalle malattie infettive alla neutralizzazione di tossine, fino al ‘bersagliamento tumorale’ per scopi diagnostici e terapeutici”.
Ovviamente, la scoperta di queste nuove molecole anti-cancro da parte del gruppo di ricerca dell’Università di Siena fa adesso sperare nello sviluppo di “cosiddetti farmaci intelligenti, in grado – conclude la Bracci – di non danneggiare i tessuti sani”. A tal proposito, la ricerca internazionale in campo oncologico è sempre più indirizzata verso la identificazione di bersagli presenti selettivamente nei tessuti tumorali. Impresa che con lo studio senese è in gran parte riuscita.