È stata nominata soltanto da pochi giorni dal presidente Renzi, ma Stefania Giannini, neo ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha già fatto trasparire in varie interviste la sua visione dell’università e le priorità da affrontare per dare nuovo slancio al sistema. Nei suoi interventi il nuovo ministro si è concentrato in particolare su tre temi chiave – diritto allo studio, numero chiuso e bonus maturità – leve essenziali sulle quali agire per garantire a tutti la possibilità di affrontare gli studi terziari, consentire agli atenei di avere maggiore libertà nel selezionare i propri iscritti e valorizzare il curriculum scolastico di quanti si affacciano al mondo universitario.
Il ministro Giannini ha ammesso che servono più risorse per il diritto allo studio e che bisogna investire maggiormente in ricerca. Per le borse agli studenti meritevoli, che uno su due non riceve, la Giannini ipotizza un fondo nazionale e la possibilità di erogarle anche nella forma di prestiti d’onore. Quanto ai fondi per gli atenei, il ministro ha dichiarato di voler sviluppare la valutazione di didattica e ricerca delle università per premiare le migliori, mentre si è detta contraria agli accorpamenti dall’alto. Piuttosto, sarà il sistema a regolarsi da sé.
Quello dell’accesso programmato si preannuncia un nodo importante per il nuovo ministro, almeno quanto lo è stato per i suoi predecessori. Se il meccanismo del numero chiuso con test di ammissione a quiz la lascia perplessa, la Giannini ammette che trovare una soluzione per l’accesso alle facoltà a numero programmato non è impresa semplice: “Per come è l’università in Italia adesso, con un diritto allo studio aperto, secondo me non si può mettere dall’alto un numero chiuso. Mentre in un passaggio di maggiore autonomia agli atenei, gli atenei hanno il diritto di selezionare i propri studenti”. Non ci sarebbero, tuttavia, stravolgimenti in vista nel prossimo futuro: confidando che dovrà molto studiare e riflettere sull’argomento, il ministro ha infatti promesso che non ci saranno cambi in corsa.
Quanto al bonus maturità, invece, il ministro Giannini si è detta favorevole a un suo ritorno, pur con modalità differenti, per dare alla carriera scolastica il peso che merita e valutarla insieme alle altre componenti richieste per l’ammissione all’università. Il pasticcio dell’anno scorso è stato, secondo la Giannini, un incidente dovuto non al bonus in sé, ma al suo cambiamento in itinere. Evitando modifiche dell’ultima ora, il ministro ritiene che il sistema potrebbe funzionare e garantire maggiore equità.
Quelle del ministro Giannini sono, per ora, solo dichiarazioni d’intenti. Ma, se il governo Renzi dev’essere – come più volte annunciato dal presidente del Consiglio – quello della svolta e della velocità, tali dichiarazioni dovranno presto tradursi in azioni concrete. Tutto il mondo di scuola e università sta a guardare.