Una grande rivoluzione è prevista nel comparto vivaistico: la Regione Toscana ha appena finanziato – con circa 450 mila euro – il progetto Eco Pot, che prevede la realizzazione di un vaso biodegradabile, capace tra le altre cose di nutrire la pianta. A questo nuovo tipo di contenitore stanno lavorando alcuni ricercatori del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa, assieme al dipartimento di Biologia cellulare e ambientale dell’Università di Perugia, all’Istituto per i Sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo appartenente al Cnr, a una sessantina di aziende vivaistiche del pistoiese e alla Coldiretti Impresa Verde Pistoia.
“I primi prototipi degli eco vasi – dichiara Maurizia Saggiani, tra i ricercatori dell’Università di Pisa che si stanno dedicando alla realizzazione del vaso biodegradabile che nutre la pianta – saranno pronti entro alcuni mesi dall’avvio ufficiale del progetto”. Dopo aver definito il processo industriale di stampaggio, si procederà alla “produzione di circa 10.000 vasi di varie dimensioni le cui prestazioni – continua a spiegare la studiosa – saranno validate in vivaio, impiegando un ampio numero di piante differenziate per varietà ed età, come previsto nel progetto”.
Scopo del progetto Eco Pot – che durerà 18 mesi – è mettere a punto un nuovo tipo di vaso, ricorrendo a materiali compositi, sviluppati per l’occasione dal dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa, e “costituiti da una matrice sintetica biodegradabile e da materiale organico di scarto”. Questi prodotti, una volta che il vaso viene interrato, rendono il contenitore capace di “nutrire la pianta durante il processo di degradazione nel terreno”. Oltre a questo, i “vasi del futuro” risulteranno economicamente anche molto competitivi.
Sul mercato non se ne trovano ancora di questo tipo. O meglio, i contenitori biodegradabili esistenti hanno scarse proprietà meccaniche oppure costi ancora troppo elevati come, ad esempio, quelli in lolla di riso o in fibra di legno. Per questo motivo, si pensa che il progetto Eco Pot possa rivoluzionare in misura elevata il settore vivaistico: questo – nonostante non esistano stime ufficiali – sembra che in Italia consumi annualmente circa 440 milioni di vasi in polipropilene, comportando problemi e oneri riguardo allo smaltimento.
sul mercato esistono i vasi in lolla di riso di cui si accenna nell’articolo. Posso assicurare che ci sono analisi fatte da enti preposti e uno studio portato avanti da più di due anni dall’università di Padova dipartimento di agronomia http://www.floso.it, che asseriscono che i vasi in lolla di riso sono naturali, nutrono le piante e sono totalmente biodegradabili secondo i tempi di programmazione prestabiliti. Tanto è vero che al 22 di gennaio è stato lanciato ad Essen, la fiera più importante del settore ortoflorovivaistico, il nuovo brand Eutopia per piante coltivate nel pieno rispetto della natura in vasi in lolla di riso, e i produttori coinvolti nel consorzio sono molto soddisfatti dei risultati che si ottengono.