Fa discutere la decisione del CdA dell’Università di Pisa di aumentare le indennità di rettore, prorettore, dirigenti delle unità dipartimentali e il gettone di presenza dei consiglieri di amministrazione, nonostante la crisi e i tagli alle spese imposti dalla contingenza. Sono stati sindacati ed associazioni studentesche a denunciare il fatto, sottolineando anche che il provvedimento intaccherebbe i risparmi ottenuti con la recente riorganizzazione dell’ateneo, interamente orientata al contenimento delle uscite.
Grazie alla misure adottate l’Università di Pisa è riuscita a tagliare le proprie spese del 20 per cento e la delibera appena approvata sembra stridere fortemente con questo dato. Con l’aumento l’indennità del rettore, Massimo Maria Augello, risulterebbe quasi raddoppiata: salirebbe infatti dagli attuali 50mila euro annui a 90-95mila, che andrebbero a sommarsi al suo stipendio da docente ordinario. Il prorettore passerebbe invece da 20mila a 38mila euro e i direttori delle unità dipartimentali vedrebbero crescere i propri compensi di 4.500 euro annui, arrivando a percepirne 9mila. Il gettone di presenza dei membri del CdA da 200 arriverebbe a 500 euro.
In seguito alle polemiche, l’aumento dell’indennità del rettore sarebbe stato ribassato e lunedì prossimo dovrebbe essere approvata la versione definitiva della delibera, che dovrebbe portare il compenso a 72mila euro annui. Dall’ufficio stampa dell’ateneo fanno sapere che il “ritocco” delle indennità sarebbe dovuto a un notevole aumento del carico di lavoro di rettore, prorettore e direttori delle unità dipartimentali, frutto della riorganizzazione generale dell’Università di Pisa a seguito dell’entrata in vigore della legge 240/2010, la cosiddetta riforma Gelmini, che ha determinato la soppressione delle facoltà e dei vecchi 48 dipartimenti per lasciare il posto a 20 nuove unità dipartimentali.
Nonostante la spiegazione, gli studenti dell’organizzazione “Sinistra Per” – che hanno votato contro la delibera – continuano a criticare l’aumento dell’indennità del rettore e dei membri degli altri organi direttivi dell’Università di Pisa. “Comprendiamo l’aumento di impegno e della responsabilità individuale, – fanno sapere i rappresentanti- ma continuiamo a ritenere inopportuno, in un momento di crisi e di tagli all’università e a tutte le amministrazioni pubbliche, aumentare le singole retribuzioni”. Gli studenti sottolineano in particolare che “i principali beneficiari saranno docenti ordinari che percepiscono già, in moltissimi casi, oltre 100mila euro all’anno”. Bisognerà attendere la prossima settimana per sapere come si concluderà la vicenda.
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… ma si vergogni! E con lui, tutti i suoi intelligentissimi elettori!