All’Università di Palermo il corso di laurea in Conservazione e restauro dei beni culturali è fermo da mesi: sono bloccati infatti le lezioni e gli esami – sia per i ragazzi in corso che per i fuoricorso – e laureati e laureandi stanno aspettando di potersi iscrivere al terzo o quarto anno del ciclo unico. Per questo la protesta degli studenti è arrivata fino al rettorato.
Il corso di laurea raccoglie circa 150 studenti ed è un corso interfacoltà tra Scienze, Architettura, Ingegneria e Lettere e Filosofia. Gli iscritti non riescono a capire perché l’attività didattica sia ferma, o meglio quella dell’anno accademico in corso non sia mai iniziata, nonostante il senato accademico abbia approvato il corso già da settembre.
Soprattutto, sia le matricole che gli studenti già iscritti hanno regolarmente pagato quote d’iscrizione e tasse, rassicurati dall’ateneo che fin dal mese di luglio 2011 avrebbe diffuso notizie poi disattese sull’imminente attivazione della laurea magistrale del corso, di durata quinquennale.
Tra l’altro, oltre ad aver pagato a vuoto le tasse universitarie, gli studenti non hanno nemmeno potuto usufruire delle borse di studio – visto che i tempi utili per la presentazione della domanda sono scaduti – e addirittura gli studenti fuorisede hanno inutilmente preso stanze in affitto a Palermo.
“Ci avete negato il diritto alla studio, troppe bugie su un cdl inesistente, vogliamo certezze”: è uno degli striscioni di protesta esposti davanti Palazzo Steri, sede del rettorato. I manifestanti chiedono “l’attivazione del corso a ciclo unico abilitante e il rimborso delle tasse universitarie” come spiega il rappresentante degli studenti Paolo Giambertone. Una studentessa del corso poi, Nicoletta Chiaparo, ha aggiunto che l’attivazione del corso non c’è ancora stata perché il necessario accreditamento del Miur è arrivato solo in questi giorni.
Dopo aver indirizzato una lettera al rettore Roberto Lagalla, spiegando i motivi della loro protesta, gli studenti hanno ottenuto un incontro con il delegato del rettore per la didattica, il professor Vito Ferro, che ha parlato di responsabilità ministeriali. L’ateneo sarebbe infatti in attesa del decreto di istituzione e attivazione del corso di laurea – che secondo Ferro è imminente – per far partire ufficialmente il bando. “Non è dipeso da noi – ha concluso Ferro – se avessi avuto tutti i documenti lo avrei già fatto due mesi fa”.
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