Il copione è già visto: un gruppo di studenti occupa dei locali abbandonati da tempo, gli restituisce una funzione di utilità collettiva e poi viene sgomberato per aver violato una proprietà dell’ateneo. Accade anche a Palermo, dove un gruppo di studenti nel 2009 ha occupato un edificio inutilizzato di proprietà dell’università e ne ha fatto un laboratorio sociale con spazi per la fotografia, una palestra popolare, sale studio, rassegne di cinema e teatro. Lo spazio, ribattezzato “Anomalia”, è stato anche oggetto di lavori autofinanziati per un ammontare di 10.000 euro.
Il 3 agosto scorso, però, su impulso del rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla, le forze dell’ordine hanno sgomberato l’edificio. I quattro studenti che vi alloggiavano in concomitanza della pausa estiva sono stati portato in questura e poi rilasciati, ma l’episodio ha suscitato le proteste dei numerosi universitari che negli ultimi due anni hanno animato l’Anomalia.
Dopo un tentativo di rientrare nello stabile i ragazzi si sono trovati davanti un cartello che ne sancisce il sequestro preventivo a causa dell’occupazione abusiva. Ma gli studenti non demordono e annunciano che la battaglia per restituire alla comunità i locali di via Archirafi non si ferma. Il primo strumento di mobilitazione è stato l’invito a sottoscrivere un appello a sostegno della riapertura dello spazio e contro le “azioni di forza” che secondo i giovani del collettivo sono state condotte dal rettore, il quale avrebbe interrotto la “prassi consolidata” in virtù della quale le forze dell’ordine da anni non intervenivano nei confronti degli studenti per questioni come quella dello spazio occupato.
L’appello ha già raccolto numerose firme, tra cui quelle di tre esponenti del mondo della cultura: lo scrittore Erri De Luca, l’autrice teatrale Emma Dante e l’astrofisica Margherita Hack, i quali hanno così sostenuto la richiesta, rivolta ai vertici dell’ateneo, di restituire agli studenti quei “locali illegalmente abbandonati” e di aprire con loro un confronto per ristabilire una “dialettica democratica anche aspra e critica”.
Secondo il collettivo studentesco, infatti, il rettore si era rifiutato nei mesi scorsi di incontrarli per dare loro la possibilità di descrivere i progetti e le iniziative in cantiere volte a promuovere la struttura e a metterla a disposizione della comunità accademica e della città.
Dal canto suo Lagalla aveva risposto risposto alle critiche ricordando che l’occupazione abusiva è un reato e che ha ricevuto espresso mandato del senato accademico a segnalare l’episodio alla magistratura, così come mesi fa aveva segnalato “alle autorità competenti l’esistenza di un edificio di proprietà dell’università, privo di agibilità e di sicurezza”.