Università di Padova: "Odore mamma è un aiuto per i bambini autistici"
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Università di Padova, dall’odore della mamma un aiuto per i bambini autistici

da | Feb 2013 | News | 0 commenti

Un aiuto fondamentale ai bambini autistici può arrivare dalla mamma, precisamente dal suo odore. Ѐ quanto emerso da una ricerca condotta da alcuni studiosi dell’Università di Padova e pubblicata sulla rivista Biological Pschytry. “Questo risultato – dichiara Umberto Castiello del dipartimento di Psicologia generale dell’ateneo padovano e coordinatore dello studio – rappresenta una importante indicazione per trattamenti che hanno lo scopo di insegnare a questi bambini con autismo i comportamenti sociali”.

In particolare, secondo i ricercatori dell’Università di Padova, l’odore della mamma sarebbe in grado di sollecitare i piccoli affetti da questo disturbo, che colpisce la funzione cerebrale, a imitare le azioni altrui e di conseguenza a incrementare le proprie abilità sociali. A tale risultato si è giunti, analizzando le reazioni di venti bambini autistici ad alto funzionamento tra i 10 e i 14 anni e un gruppo di altri bimbi a sviluppo tipico. La ricerca si è avvalsa, anche, della collaborazione dell’Università di Parma con il professore Roberto Tirindelli e della Ab.Acus Milano con l’ingegnere Maria Bulgheroni.

“Abbiamo visto – spiega Valentina Parma, assegnista di ricerca presso l’Università di Padova – come i bambini a sviluppo tipico imitino le azioni dell’altro indipendentemente dall’odore che percepiscono. I bambini autistici, invece, hanno bisogno dell’odore della propria mamma per imitare spontaneamente”. In pratica, sembrerebbe che i bimbi affetti da autismo – la cui incidenza nella popolazione mondiale è oggi di uno ogni 150 bimbi – “siano maggiormente ‘sensibili’ a un senso ancestrale di conoscenza qual è, appunto, l’olfatto, che in questo caso gioca un ruolo decisamente importante nelle interazioni sociali“.

Che l’odore della mamma possa essere un aiuto per chi soffre di autismo, si è scoperto prelevando tale essenza dalle secrezioni ascellari di alcune volontarie, per poi conservarla secondo una particolare procedura sperimentale. Dopodiché, l’odore è stato sottoposto ai due gruppi di bambini prima predisposti: mentre il comportamento dei soggetti sani rimaneva immutato, quello dei piccoli malati migliorava di gran lunga quando il loro olfatto veniva stimolato dall’odore materno.

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