Questo è quanto emerge dalla classifica stilata dal settimanale Campus che ha proposto un “super rating” incrociando le pagelle agli atenei stilate da Repubblica-Censis, dal Sole 24 Ore e dai principali ranking stranieri tra cui Times Higher Education e Shanghai, l’Università di Leiden (Olanda), Heeact di Taiwan e lo spagnolo Webometrics.
Sotto esame 77 tra le università italiane con più di 50 mila studenti. Prima nella classifica Campus è l’Università di Padova, seguita dalla Statale di Torino e dall’Alma Mater di Bologna. Al quarto posto l’ateneo fiorentino, che precede la Statale di Milano e La Sapienza di Roma.
In coda alla classifica invece la Federico II di Napoli, seguita dall’ateneo di Catania, quello di Palermo e quello di Bari.
“Il Super Rating è quasi una provocazione – commenta il direttore di Campus Giampaolo Cerri – ogni ente dà la sua valutazione. Noi misuriamo l’adeguatezza della didattica, il numero di docenti in rapporto agli iscritti, il placement e il rispetto dei diritti degli universitari. Attendiamo dal ministero l’Agenzia nazionale di valutazione dell’università e ricerca (Anvur), probabilmente dal 2010 al lavoro”.
Per Cerri infine le università italiane hanno un problema comune, quello della trasparenza: “L’articolo 2 del Dm 544/2007 impone alle università – ricorda il direttore di Campus – di comunicare informazione utili alla scelta, come, tra le altre, il tasso di occupazione dei singoli corsi o la valutazione della didattica degli studenti”. Nella realtà queste informazioni sono spesso “introvabili così come introvabile è la valutazione dei corsi da parte degli studenti: su 77 università solo una decina la riporta”.
Teorema:
Fissata una qualsiasi graduatoria, esiste un ente arbitrariamente interessato che trova degli indicatori che la verificano.