L’Università di Oxford ha lanciato un appello per chiedere aiuto nella trascrizione di 200.000 lettere dal greco antico. Cento anni fa la scoperta di due studenti del prestigioso ateneo, che in Egitto trovarono un deposito di rifiuti pieno di antichi papiri scritti in greco. Ancora oggi, però, i ricercatori che hanno lavorato all’enorme mole di antichi testi ne hanno trascritto solo il 2 per cento perché fanno fatica a mettere assieme i documenti, ridotti in frammenti.
Da qui l’idea di chiamare in loro soccorso dei volontari che li aiutino nel gigantesco lavoro di ricomposizione: per velocizzare il loro studio e decodificare le lettere i ricercatori ricercano degli aiutanti con il pallino dei puzzle. Non c’è bisogno infatti di conoscere l’alfabeto greco, ma basta andare on line su Ancientlives.org e visualizzare le centinaia di migliaia di immagini che riproducono i frammenti di papiri greci.
Un set di strumenti presenti sul sito aiuterà le persone che ricomporranno le “tessere” del puzzle-papiro a tradurre le parole e memorizzarle in un database. Un lavoro che, al di là dell’aspetto ludico e curioso, potrebbe rivelarsi di grande valore storico-archeologico: gli esperti che hanno analizzato finora i frammenti, infatti, ritengono che potrebbe anche esserci un “vangelo perduto con storie di Cristo”. Altro materiale interessante sarebbe poi la documentazione che aiuterebbe a descrivere anche con dettagli di “gossip” la vita quotidiana dell’Egitto nel periodo “greco-romano”.
Il responsabile del progetto, Chris Lintott, del dipartimento di Fisica della Oxford University, ha spiegato come è stato scoperto, e quasi distrutto, il tesoro. In pratica, quando gli studenti Bernard Grenfell e Arthur Hunt nel 1896 hanno trovato in una discarica i preziosi documenti, si sono subito messi a recuperarli e in alcuni casi hanno dovuto scavare molto in profondità per trovare i pezzi di papiro. Così molto materiale si è ulteriormente deteriorato durante lo scavo e per di più c’era qualcuno che conoscendo le doti “fertilizzanti” del papiro avrebbe preferito utilizzarlo per scopi agricoli.
Ora, dopo oltre cento anni di studi attorno a queste antiche carte, l’idea di chiamare a raccolta un manipolo di volontari per completare il puzzle e velocizzare la conoscenza del loro contenuto, che rischia di essere davvero sorprendente. Gli studiosi ritengono che in media ci sia bisogno di 3-5 volontari – già ribattezzati “archeologi in poltrona – a guardare ogni frammento e trascriverlo. Sarà considerata buona la risposta individuata dalla maggioranza degli “osservatori”, così da eliminare eventuali anomalie o errori individuali.
I volontari affiancheranno i papirologi della Oxford University e dell’Egipt Exploration Society, oltre a un team del dipartimento di Fisica di Oxford, che ha costruito il progetto che permette a chiunque di contribuire prestando la sua attenzione e il suo tempo.