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Orientamento: musicologia

da | Giu 2022 | Come diventare... | 0 commenti

Sai suonare uno strumento? Hai già una laurea nel settore dei beni culturali che ti piacerebbe approfondire? Hai semplicemente una forte passione per la musica e vorresti fare di questa passione il tuo lavoro dei sogni? Probabilmente, una laurea in musicologia è quello che fa per te!

Il corso in generale: cosa si studia nella facoltà di musicologia?

Il corso di laurea in musicologia è adatto per fornire le basi nei settori della storia della musica, dell’etnomusicologia e nell’ambito della musicologia sistematica. Inoltre, mira a preparare il futuro studente a occuparsi della tutela, gestione e fruizione dei beni musicali, siano essi teatri, musei, biblioteche, archivi, enti concertistici o media.

Nel complesso, oltre alle obbligatorie materie di indirizzo che, più o meno, sono simili in tutti gli atenei, la facoltà di musicologia mette a disposizione, tanto negli anni del percorso triennale quanto in quelli della formazione magistrale, degli insegnamenti facoltativi che riguardano una serie di discipline proprie del settore umanistico (tra queste possiamo ritrovare storia dell’arte, linguistica o psicologia generale ad esempio). Queste ultime dovrebbero sviluppare nello studente ulteriori capacità analitiche e critiche dei fenomeni musicali.

In ogni caso, per avere delle informazioni più specifiche e approfondite sul corso di laurea, si consiglia di visitare la pagina dedicata nel sito dell’università che si sceglie di frequentare e consultare il piano di studi.

Dove studiare musicologia in Italia

Le università che offrono il corso di studi di musicologia in Italia sono numerosissime, passando da Trento a Milano, da Bologna in Salento. Tuttavia, i più rinomati sono i corsi dell’università di Roma e di Pavia.

Il corso di musicologia della Sapienza è un corso di laurea magistrale, sicuramente più adatto a chiunque abbia una formazione già avviata nell’ambito dei beni culturali o a chi ha già un titolo di studio conseguito in un istituto di alta formazione musicale. In ogni caso, il corso è aperto a tutti, previa verifica dei requisiti stabiliti dall’università stessa.

Per quanto riguarda il corso dell’Università di Pavia, esso si svolge nell’ateneo di Cremona che, appunto, è una sede distaccata dell’Università degli Studi di Pavia. Qui si ha la possibilità di optare anche per un corso di laurea triennale da completare, poi, con il percorso magistrale.

L’accesso al percorso triennale è libero: per gli studenti che devono immatricolarsi al primo anno è prevista solo una prova di ingresso che, nonostante non sia selettiva, è obbligatoria. Questa prova, di fatto, serve solo a verificare le competenze dello studente in ambito musicale: nel caso in cui l’esito della prova dovesse essere inferiore a una soglia prestabilita dall’università, allo studente verrà dato un debito formativo da colmare (anche con l’aiuto di alcuni corsi di tutorato messi a disposizione dall’università stessa) entro un determinato periodo di tempo stabilito dall’ateneo.

Per quanto riguarda il corso di laurea magistrale, esso è dedicato a chiunque abbia conseguito una laurea di durata triennale, un diploma accademico rilasciato da un Conservatorio di Musica o comunque da un altro istituto del comparto dell’Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM).

Anche in questo caso ci sarà una verifica dei requisiti prestabiliti dall’università, seguita da una prova di ammissione che deve essere superata per accedere al corso di studio.

Cosa fare dopo la laurea in musicologia: gli sbocchi professionali

Una laurea triennale in musicologia permette di avere delle competenze necessarie per la gestione, conservazione, produzione, valorizzazione e conservazione del patrimonio musicale. In questo modo, si può optare per operare sia in enti pubblici (come scuole, biblioteche, teatri e musei) sia privati (come case editrici o discografiche o imprese artistiche).

Per quanto riguarda gli studenti che hanno conseguito una laurea magistrale (magari anche in possesso di attestati rilasciati da Istituti di Alta Formazione Musicale), essi possono lanciarsi nelle esperienze più variegate nel mondo delle grandi biblioteche (pubbliche e private) o degli archivi che custodiscono fondi musicali di un elevato valore storico; degli istituti musicali; delle emittenti radiotelevisive; della produzione discografica e in generale in tutti gli ambiti relativi allo studio, conservazione, catalogazione, tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio musicale.

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