Università dell'Iowa chiede alle matricole l'orientamento sessuale
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L’Università dell’Iowa chiede alle matricole il proprio orientamento sessuale. È la prima volta in un ateneo pubblico degli USA

da | Dic 2012 | News | 0 commenti

Una domanda molto intima attende le future matricole dell’Università dell’Iowa: nei moduli per l’iscrizione 2013, infatti, è stata inserita anche una sezione relativa al loro orientamento sessuale. Per la prima volta insomma si chiede ai futuri studenti di dichiarare apertamente al proprio ateneo se siano gay, transgender, bisex, o eterosessuali, anche se la risposta è facoltativa. I moduli contenenti la domanda sull’orientamento sessuale sono già in distribuzione dall’inizio di Dicembre.
L’Università dell’Iowa è il primo ateneo pubblico statunitense a richiedere questo tipo di informazione, dopo che già l’anno scorso il college privato Elmhurst, nell’Illinois, aveva inserito una domanda inerente all’identità e all’orientamento sessuale nella modulistica destinata agli studenti. Sempre lo scorso anno si era diffusa la notizia che una politica analoga sarebbe stata adottata anche dal prestigioso ateneo di Harvard.

La decisione dei vertici dell’Università dell’Iowa è stata accolta con soddisfazione ed entusiasmo dagli studenti e salutata come un passo decisivo verso il coinvolgimento degli appartenenti al mondo LGBT da Campus Pride, un’organizzazione in difesa dei diritti di gay, lesbiche, transgender e bisessuali che frequentano le università americane. La classificazione degli iscritti in base al loro orientamento sessuale rientra infatti in un progetto di inclusione che l’ateneo porta avanti da tempo, come ha specificato anche Georgina Dodge, direttore dell’Ufficio sulle diversità dell’ateneo: “È una politica che invia un messaggio di benvenuto a chiunque, qualsiasi sia la sua identità sessuale”.
Le intenzioni sono quindi tutt’altro che discriminatorie. Secondo quanto dichiarato, all’Università dell’Iowa – che accoglie oltre 30mila studenti – i dati relativi all’identità e all’orientamento sessuale serviranno a venire incontro alle esigenze di tutti, consentendo di stabilire se sia necessario offrire servizi e risorse alternative agli studenti gay, transgender e bisex. In sostanza, ciò a cui si aspira è un miglioramento dell’esperienza universitaria per i non eterosessuali, facendoli sentire davvero parte della comunità degli studenti e dimostrando loro che per l’ateneo hanno uguali diritti. Una volta rotto il tabù, le associazioni che si battono per l’inclusione dei membri della comunità LGBT negli ambenti accademici si aspettano che molti altri college facciano altrettanto.

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