Un “China desk”, ovvero un ufficio accoglienza, gestito da ragazzi cinesi che parlano in maniera fluente la lingua italiana, per aiutare gli studenti connazionali nei primi tempi di permanenza in Italia. Appena costituito all’Università di Genova aiuterà chi proviene da città orientali, come Pechino, Hong Kong e Shezen, a parlare e comunicare nella nostra lingua. Allo stesso tempo, presso l’ateneo sono stati potenziati i corsi di italiano per stranieri, creando delle sezioni destinate esclusivamente ai ragazzi con gli occhi a mandorla.
D’altra parte, all’Università di Genova gli studenti cinesi sono sempre più numerosi: nell’ultimo anno, per esempio, se ne contano ben quattrocentoventi. Si recano nella città della Lanterna per studiare Ingegneria navale o per specializzarsi nei corsi di yacht design che si tengono presso il polo di La Spezia: “Sono – dichiara Michele Marsonet, prorettore delle relazioni internazionali dell’università genovese – una grande risorsa per il nostro ateneo, il programma di scambio con la Cina era iniziato un po’ in sordina ma in pochi anni gli studenti che hanno scelto di venire a studiare a Genova sono a dir poco raddoppiati”. Da qui l’esigenza di realizzare il “China desk”.
Nell’università ligure non giungono solo studenti cinesi. Ogni anno, infatti, sono migliaia gli stranieri che decidono di studiare in questa città: alcuni – quelli provenienti dall’Europa, come spagnoli, francesi e tedeschi – ricorrono al progetto Erasmus, mentre altri arrivano a Genova grazie a una serie di accordi e programmi di scambio internazionali. “I più numerosi sono gli albanesi che considerano l’Italia come una seconda patria e parlano perfettamente la nostra lingua, poi – spiega Marsonet – ci sono i cinesi seguiti dai sud americani“. In quest’ultimo caso, si tratta di ragazzi provenienti soprattutto da Ecuador, Cile e Perù. “Studenti – aggiunge il prorettore – che rappresentano ormai il 10 per cento delle matricole dell’ateneo”.
Insomma, il territorio genovese è animato da un grande fermento multiculturale, tanto che il suo ateneo è stato premiato come il più internazionalizzato, almeno tra quelli di medie dimensioni, di tutto il Bel Paese. Tale riconoscimento ha consentito all’ateneo ligure di accedere a nuovi fondi europei da investire in altri progetti. Il prossimo gennaio, per esempio, prenderà il via un master, in collaborazione con la Florida International University of Miami, che coinvolgerà gli studenti di Ingegneria. L’ateneo, invece, si prepara a ospitare, presso la facoltà di Scienze, gli studenti del Delaware che hanno preso parte all’Erasmus Mundus. L’istituzione del “China desk”, dunque, è solo uno dei tasselli di un mosaico fatto di apertura internazionale e integrazione.
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