Non ci siamo ancora andati ma grazie a un ateneo italiano abbiamo già un brevetto per costruirci abitazioni e coltivare il terreno. Gli studiosi del dipartimento di Ingegneria Chimica e Materiali dell’Università di Cagliari, insieme ai chimici del Crs4, il Centro di ricerca del Parco tecnologico della Sardegna, hanno realizzato un sistema in grado di produrre su Marte sostanze necessarie per la sopravvivenza umana, come l’ossigeno, i propellenti, i fertilizzanti e piante commestibili. Per questo progetto l’Agenzia spaziale italiana (Asi)ha presentato domanda di brevetto nazionale.
I ricercatori sardi hanno anche messo a punto una tecnologia con cui sarà possibile realizzare rifugi resistenti alle condizioni climatiche sfavorevoli e al bombardamento di raggi cosmici tipici dell’ambiente marziano. Grazie a questo brevetto, esteso pochi giorni fa a livello internazionale, sul pianeta rosso si potranno costruire edifici ad uso abitativo e industriale.
Ma nell’ambito del progetto, gli studiosi non hanno solamente trovato il modo per costruire su Marte (e volendo anche sulla Luna), ma addirittura per edificare stabili con materiali reperibili in loco. Il primo passo consisterà nel trasportare in loco pannelli solari e impianti per estrarre dal suolo gli elementi utili a costruire veri e propri “mattoni” da assemblare.
I brevetti sono entrambi il risultato del progetto Cosmic, il primo progetto italiano finanziato due anni fa dall’Asi con 500mila euro nel settore dell’esplorazione spaziale umana. La Nasa ha annunciato di voler realizzare nel 2030 una missione umana su Marte. Ed è di questi giorni la notizia del ritrovamento di acqua salata allo stato liquido. Insomma, una volta partiti ci si dovrà organizzare per “vitto e alloggio”, e a quel punto il know how degli atenei sardi potrebbe rivelarsi una preziosa fonte di soluzioni per rendere meno ostile l’habitat del pianeta rosso.