Quella che si avvia alla conclusione è stata un’autentica settimana di passione per l’Università di Bologna. La decisione dei vertici dell’ateneo di installare dei tornelli all’ingresso della biblioteca di Discipline Umanistiche, situata al numero 36 di via Zamboni, è stata accolta molto negativamente dal Collettivo universitario autonomo (CUA). Gli studenti che ne fanno parte hanno dato il via a diverse forme di contestazione, alcune delle quali sono anche degenerate in scontri con le forze dell’ordine.
Mentre il fronte studentesco è spaccato, con molte voci critiche rispetto alle azioni del CUA che si sono levate soprattutto sui social media, la protesta anti-tornelli va avanti. La prossima tappa è fissata per martedì, giorno nel quale è stata convocata una nuova assemblea.
Inizialmente la contestazione ha preso le forme del boicottaggio, con l’apertura delle porte di emergenza per consentire l’accesso indiscriminato alla biblioteca bypassando i tornelli. Per queste azioni, svoltesi tra il 23 e il 31 gennaio, una ventina di membri del CUA sono stati denunciati. Non avendo ottenuto dall’Università di Bologna la rimozione dei tornelli, gli studenti del collettivo l’8 febbraio scorso hanno deciso di smontarli e portarli presso la sede del rettorato.
Questa drastica decisione ha spinto l’Alma Mater a chiudere la biblioteca “per verifiche tecniche”. Ed è allora che la situazione è degenerata. Nel pomeriggio del 9 febbraio alcuni studenti del CUA si sono introdotti nell’edificio, occupandolo e riaprendolo. Con la minaccia che non l’avrebbero sgomberato finché un esponente dei vertici dell’Università di Bologna non fosse andato a parlare con loro. La risposta dell’ateneo è stata tutt’altro che conciliante: l’Alma Mater ha, infatti, autorizzato l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno operato alcuni cariche per liberare l’edificio. Gli scontri tra studenti e agenti sono proseguiti anche all’esterno, con i ragazzi che hanno alzato una barricata fatta di campane per la raccolto dal vetro, transenne e cartelli stradali.
Gli studenti del collettivo e la polizia in assetto antisommossa si sono nuovamente fronteggiati il 10 febbraio, nell’ambito di una manifestazione partita da piazza Verdi, che ha percorso il centro città. Un nuovo corteo si svolto ieri, per chiedere la liberazione dei due giovani finiti ai domiciliari dopo i fatti del giorno precedente, ma questa volta senza scontri.
Il Collettivo universitario autonomo non è nuovo a proteste veementi e più volte si è opposto duramente alle decisioni dell’Università di Bologna, come quella dell’anno scorso di aumentare il costo della mensa. Ma i metodi bruschi del CUA non incontrano il sostegno di tutti. Molti studenti, infatti, apprezzano i tornelli – che danno loro maggiore tranquillità nello studio e più sicurezza dal microcrimine che è diffuso nella zona – e hanno criticato le azioni del gruppo soprattutto su Facebook. E su Change.org gira una petizione per dissociarsi da questa protesta.