I professori gay hanno gli stessi diritti di quelli eterosessuali. Per lo meno all’Università di Bologna. L’ateneo ha infatti accettato la richiesta di congedo matrimoniale – le famose due settimane di ferie retribuite – pervenuta da parte di un suo ricercatore omosessuale che ha sposato il compagno all’estero e che ha raccontato la propria storia al quotidiano La Repubblica. Un primo passo verso il riconoscimento della parità dei diritti negli enti pubblici italiani.
Non è la prima volta che l’Università di Bologna concede il congedo matrimoniale per nozze omosessuali: già una coppia lesbica e un’altra coppia gay ne avevano beneficiato nell’ultimo anno. La procedura? Svolta senza intoppi né ostacoli, assicurano persone vicine alla coppia. E a esultare non è soltanto il ricercatore dell’Alma Mater Studiorum, ma l’intero mondo gay. Sì, perché quella che nel capoluogo emiliano sembra diventata una normale prassi – e un normale atteggiamento, che riconosce ai dipendenti gay gli stessi diritti che spettano a quelli eterosessuali – è un importante atto di riconoscimento da parte di un ente pubblico italiano, qual è l’Università di Bologna, dei matrimoni gay.
“Mentre lo Stato continua a ignorare queste persone, sono la società e la giustizia che, un pezzo alla volta, affermano questi principi di eguaglianza”, ha dichiarato il senatore PD Sergio Lo Giudice, ex capogruppo in Comune a Bologna. Che a sua volta era andato all’estero – a Oslo – per sposare il suo compagno, nel 2011. Ma a cui il ministero dell’Istruzione all’epoca aveva rifiutato il congedo matrimoniale.
Con la scelta dell’Università di Bologna di riconoscere il congedo matrimoniale anche ai professori e agli altri dipendenti omosessuali, gli enti pubblici si avvicinano un po’ a quelli privati, per alcuni dei quali la parità di diritti dei dipendenti gay e di quelli eterosessuali è già una realtà. Così per esempio alla Coop Adriatica, un grande nome della GDO, che ha da poco varato nuove politiche aziendali che prevedono il congedo per matrimonio e il diritto ad assentarsi per prestare assistenza al compagno malato anche per i dipendenti omosessuali.