L’Università di Bari invia topi nello spazio. Scopo del viaggio spaziale dei piccoli animali, è investigare gli effetti sulle funzioni muscolari degli astronauti durante lunghe permanenze in orbita. Il caso però ha suscitato forti critiche da parte della LAV, la lega antivivisezione.
Un gruppo consistente di topini, utilizzati a fini sperimentali dall’Università di Bari per l’Agenzia Spaziale Italiana, sarebbe infatti rimasto nello spazio per 100 giorni.
Dopo la protesta all’Università del Sacro Cuore di Roma, gli attivisti contrari agli esperimenti sugli animali, tornano all’attacco con la notizia che l’Università di Bari utilizza i topi come cavie per gli esperimenti.
Questa volta gli animali sono utilizzati dall’ateneo pugliese per determinare gli effetti sull’organismo di un viaggio nello spazio.
A questo proposito la responsabile del settore vivisezione della LAV Michela Kuan ha commentato: “Costringere animali vivi, privati di qualsiasi esigenza fisica e ambientale della specie, perché costretti in minuscole gabbie e sottoposti ad alimentazione forzata ed assenza di gravità, per studiare gli effetti che tale situazione produce sull’apparato muscolo-scheletrico, è eticamente inaccettabile e scientificamente fuorviante”.
Secondo Michela Kuan questo tipo di esperimenti sugli animali, potrebbe benissimo essere evitato, in quanto esistono metodi alternativi tra i quali, nello specifico, studi clinici di soggetti che presentano già le disfunzioni e patologie in esame, tra cui astronauti stessi.