Sarà presentato oggi, 7 febbraio, alle 17.30 presso la Loggia del Lionello, in piazza Libertà a Udine, il nuovo modello di bob a due da competizione sviluppato dal progetto di ricerca “Sport aerodynamics” dell’Università di Udine, in collaborazione con alcune aziende regionali e venete. Dai laboratori di ricerca è pronto per gareggiare sulle piste di ghiaccio e vincere. La velocità massima raggiunta durante l’ultima prova a St. Moritz ha superato i 138 chilometri all’ora.
Lo scopo del progetto di ricerca che ha dato vita a questo innovativo modello di bob a due, era quello di studiare e realizzare un mezzo che, ottimizzando aerodinamica e meccanica, fosse in grado di competere a livello internazionale.
L’idea nasce direttamente da Giulio Moretti, l’atleta vice campione d’Italia e studente di ingegneria all’Università di Udine, che spinto dalla passione per il suo sport, ha deciso di unire esperienza agonistica e studi universitari. Moretti ha sviluppato così alcune ipotesi di miglioramento del bob, proposte e analizzate nella sua tesi di laurea e quindi tradotte in realtà nel corso del progetto.
In questo caso, come ha affermato anche il Rettore dell’Università di Udine Cristiana Compagno, si conferma il ruolo dell’ateneo come motore di innovazione al servizio del territorio e delle imprese.
Le novità introdotte nel nuovo modello di bob a due, hanno riguardato soprattutto il profilo laterale e le ali posteriori, i paracolpi e il fondo anteriore, lo scivolo dei pattini posteriori, la parte centrale del fondo, le dimensioni del telaio sul quale viene fissata la carena e l’alloggiamento dell’equipaggio. La carena è stata realizzata in kevlar-carbonio, mentre il telaio è in ferro e i pattini in acciaio, come previsto dal regolamento internazionale. Il bob è lungo 2 m e 80 cm, largo 86 cm e alto 67 cm. Il fondo della carena dista 6 cm dal suolo.
Come afferma Manuela Croatto, capo “Ripartizione ricerca” dell’ateneo di Udine,
Il progetto è la perfetta sintesi delle capacità scientifiche e manageriali dell’ateneo. Accanto al complesso lavoro svolto a livello scientifico dei ricercatori della facoltà di Ingegneria, infatti, l’Ateneo con la “Ripartizione ricerca” ha garantito un efficace coordinamento con diverse realtà territoriali e nazionali, che hanno permesso al progetto di diventare realtà e, come ci auguriamo, di essere competitivo sul mercato.