Successo assicurato, seminari, attività pratiche sul campo della durata di un anno con un mentore sempre pronto a seguirti. Il prezzo? 35 mila dollari. Questa la “ricetta” che Donald Trump con la sua Entrepeneur Initiative, ha proposto dal 2005 a studenti e professionisti per svelare loro “i segreti del successo nel campo dell’immobiliare”.
Il progetto, che lo stesso fondatore ha definito molto ambizioso, diventa però ora una cartina di tornasole del suo operato, soprattutto in vista del suo presunto interesse per la Casa Bianca. La cosidetta Trump University, che ha cambiato nome qualche anno fa perché giudicato “ingannevole”, è infatti ora sul banco degli imputati a seguito di una class action di ex studenti e professionisti decisamente delusi.
L’azione legale arriva a margine di valutazioni negative della struttura didattica, decretata dal Better Business Bureau, una delle principali organizzazioni americane per la difesa dei consumatori, a seguito della quale Trump ha subito una “emorragia” di iscritti.
Tra le testimonianze c’è quella riportata dalla stampa americana di una nota stilista californiana, Tarla Makaeff, la quale ha parlato di vera e propria truffa. Il contratto, infatti, prevedeva la presenza costante di un tutor, ma dopo un paio di lezioni nessuno è più intervenuto a supportarla nel percorso. Secondo Makaeff, poi, alcuni “studenti che sono rimasti qualche settimana in più hanno condotto delle transazioni nelle quali i loro istruttori erano coinvolti dal punto di vista finanziario, si tratta di una vera e propria truffa“.
L’avvocato di Trump ha replicato con una similitudine, sarebbe il caso di dire “forzata”, con una Ivy League. “La Trump University non può garantire a tutti gli iscritti la certezza di diventare miliardari – ha dichiarato -. Si è mai visto un ex studente di Harvard fare causa all’ateneo perché non è diventato un premio Nobel?”.