Aspiranti matricole in Cina sempre più sotto
pressione per i
test di ammissione all’università, tanto da essere – questi ultimi – la causa degli episodi di
suicidio degli ultimi giorni. È quanto riporta la stampa cinese, primo fra gli altri il
Global Times, che denuncia i tre suicidi avvenuti ad opera di ragazzi e ragazze cinesi.
Il test di ammissione per le
università cinesi è iniziato lo scorso 7 giugno per tutti coloro che aspirano ad iscriversi in qualunque università del Paese.
Istituito nel 1977 infatti, il test denominato
Gaokao, è la “bestia nera” per i ragazzi, e corrisponde – si potrebbe dire – al SAT negli Stati Uniti, o ai test ACT, ed è
obbligatorio per avere accesso a qualunque ateneo. Tuttavia, la differenza è alquanto abissale con i classici test di ingresso a cui siamo abituati, la sessione di esame dura infatti ben
9 ore e si protrae nell’arco di due giornate.
I
suicidi di un ragazzo e di una ragazza rinvenuti in questi giorni sono ancora però al vaglio degli inquirenti, ma i
media cinesi sono abituati a ricevere ogni anno in questo periodo notizie del genere, considerando la grande pressione psicologica che gli studenti devono subire per assicurarsi un
futuro nella società.
Il test infatti è un vero e proprio
rito che mobilita tutta la famiglia, perfino le sirene della polizia sono assolutamente
vietate nei giorni in cui si svolge l’esame, e i parenti più stretti dei ragazzi attendono fuori le università per avere un esito il prima possibile.