Tutti pronti per affrontare i test di ammissione ai corsi universitari a numero chiuso? In effetti una buona preparazione di base e un po’ di esercitazioni aumentano le speranze di superare lo scoglio dei quesiti a risposta multipla. Ma ci sono accorgimenti che possono fornire qualche chance in più? Lo abbiamo chiesto a Stefano Bertocchi, responsabile nazionale corsi Alpha Test, società che opera nel settore dell’orientamento e dell’editoria scolastico-professionale che ha messo a punto la simulazione gratuita dei test di ammissione disponibile su Universita.it. Approfittando dell’esperienza di Alpha Test abbiamo tracciato un piccolo vademecum per chi è impegnato nella preparazione ai test di ammissione 2011.
Dottor Bertocchi, uno studente che si prepara per i test di ammissioni come può aumentare le sue possibilità di riuscita?
Una solida preparazione è imprescindibile per superare le prove di ammissione. Per la gran parte delle selezioni non ci sono escamotage “salvifici” se non una solida formazione di base. Pensiamo ad esempio ai test per l’area sanitaria: quando si arriva alle domande di biologia, chimica, matematica o fisica chi ha alle spalle una buona conoscenza di queste materie è sicuramente più vicino alla meta.
Se dovessimo stabilire una percentuale, quanto conta nel successo ai test di ammissione il fatto di avere un retroterra formativo affine al corso di laurea cui si vuole accedere?
Nella buona riuscita del test la competenza specifica conta per un 60-70 per cento, ma la preparazione di questo ultimo mese può fare molto: riprendere in mano i libri di scuola, frequentare corsi e studiare sui testi che offrono una parte teorica e una parte di quiz è di grande aiuto.
Per quella che è la vostra esperienza quali sono le discipline dove c’è più richiesta di un sostegno alla preparazione?
L’area medica è quella più richiesta dai lettori. Ma anche corsi di laurea come Architettura e Ingegneria prevedono selezioni dove le materie scientifiche sono preponderanti. Le domande vertono su materie che vanno tutte studiate.
Passiamo a valutare il 30 per cento di preparazione che non si gioca sulla competenza maturata negli anni delle superiori. Qui qualche consiglio in più si può dare…
Senza dubbio: ribadito che è necessario avere una solida preparazione di base, si possono anche mettere in campo alcune strategie di carattere generale. Siamo davanti a una prova molto diversa dal compito in classe delle superiori: se la si analizza a fondo nel suo contenuto e nelle modalità di svolgimento si avranno più strumenti per affrontarla al meglio.
Partiamo dalle domane a risposta multipla: lo studente ne deve “indovinare” una su cinque. Ma se non è sicuro della risposta gli conviene lasciar perdere?
L’approccio giusto è quello di procedere per esclusione. Se non si è certi della risposta esatta bisogna lavorare per scartare quelle palesemente errate. E se si è indecisi tra due risposte superstiti allora è il momento di rischiare.
Si perdono punti però…
Sì, nei test di ammissione è presente una penalità per le risposte errate: in alcuni casi come i test di Medicina si perde un quarto di punto. Ma se tolgo due o meglio tre risposte dalla rosa perché sono certo che siano sbagliate, allora la statistica è dalla mia parte: scegliendo tra due avrò molte meno possibilità di sbagliare, se riesco a scartare qualche risposta la penalità riduce il suo peso.
Insomma, se lo studente è indeciso tra due risposte gli conviene tentare.
Sicuramente, consideri che nell’esempio che facevamo, seppure si perda un quarto di punto, questo è ampiamente controbilanciato dal punto che si guadagna nel caso la risposta risulti esatta.
Ci sono altre indicazioni sull’approccio al test di ammissione che agli studenti non vengono subito in mente?
La prova ha una durata prestabilita e gli studenti sanno di quante domande è composto il loro test. Questo consente di calcolare il tempo medio da dedicare a ciascuna domanda: nella maggioranza delle selezioni, come quelle dell’area medica, c’è un minuto e mezzo a domanda. Durante la prova bisogna cronometrare i tempi delle risposte ed evitare di fossilizzarsi su domande cui si fatica a rispondere.
Quindi si può saltare qualche domanda più complessa…
Il tempo è scarso e non ha senso incaponirsi: il consiglio è di dedicare massimo due minuti a domanda e andare oltre. Se perdo 5 o 6 minuti per una domanda ho già fatto un errore: semmai se avanza tempo ci si torna. L’obiettivo non è rispondere esattamente a tutte e 80 domande ma azzeccare 50-55 risposte. Ci si può permettere di sbagliare e tralasciare domande dunque. Non è richiesto l’en plein per essere ammessi ai corsi a numero chiuso.
Esserne consapevoli aiuta anche a dare priorità agli argomenti su cui si è più ferrati.
Infatti, l’invito è a non seguire necessariamente l’ordine con cui i quesiti vengono proposti. Partire dalla materia preferita ha molteplici vantaggi. Innanzitutto si evita di arrivarci con poco tempo e se si affronta per prima a mente fresca si incamerano una serie di risposte esatte. Questo poi dà allo studente più sicurezza e serenità, quindi smorza la tensione e facilita l’approccio alle altre domande. Per questo è meglio procedere dalle preferite alle meno preferite, così se resta poco tempo sarà dedicato a domande per le quali la probabilità di sbagliare era già più alta e quindi l’errore è meno grave.
Dottor Bertocchi, concludiamo tornando alla preparazione: in questo mese che ci separa dai test di ammissione quanto tempo va dedicato allo studio teorico e quanto alle esercitazioni con i quiz?
Bisogna cercare di ottenere il giusto bilanciamento: direi che un 50-60 % va riservato al ripasso teorico e il restante 40-50% allo svolgimento dei test. Nei nostri corsi ripartiamo così il tempo. È molto utile ripassare, ma soprattutto per chi ha una buona preparazione di fondo è altrettanto utile allenarsi con i test degli anni precedenti. Nei test di ammissione le novità sono poche: allenarsi sui quesiti degli anni passati è la strategia migliore.
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