Il bilancio ufficiale ma provvisorio del sisma che ha colpito la Turchia parla di quasi 500 morti e sotto le macerie delle decine di palazzi crollati sono intrappolate centinaia di persone. I feriti sono destinati a superare i 1.500.
Anche parecchi edifici pubblici, tra cui l’università, sono crollati. La stampa locale ha a questo proposito attaccato “i costruttori disonesti”, ma ha anche sottolineato l’unità del Paese e l’importanza delle nuove tecnologie che salvano vite umane. Il quotidiano Radikal punta il dito contro la scadente qualità delle edificazioni, che ha contribuito al crollo di palazzi a Van ed Ercis. Il giornale sottolinea che non sono state applicate leggi antisismiche varate dopo il sisma del 1999 che nel nord-ovest causò più di 20 mila morti.
L’Università di Yüzüncü Yıl è stata danneggiata ma nessuno studente è rimasto coinvolto. Ora le istituzioni hanno comunicato che rimarrà chiusa solamente per dieci giorni. “Ci sono danni a quattro dei nostri edifici. La decisione di sospendere le lezioni è del tutto appropriata. Ci sono gravi danni alle facoltà e uno dei nostri dormitori, Erciþ, è crollato”, ha detto il professor Yusuf Ziya Ozcan, il capo del consiglio di istruzione superiore della Turchia. Un dipendente è ancora sotto le macerie del dormitorio.
Il rettore dell’università sta invitando gli studenti a tornare a casa grazie ai fondi raccolti con l’aiuto delle altre università del Paese. “Dieci giorni è un periodo di tempo adatto per riparare ferite. Sarebbe bene che gli studenti non restassero lì, perché prevediamo che ci saranno scosse di assestamento. Riteniamo già un miracolo quello di non aver perso nessuno studente”, ha aggiunto Ozcan.