Gli studenti che parteciperanno al test di ammissione a Medicina 2014 avranno oltre 2mila posti in meno da contendersi rispetto all’anno scorso. Una delle sorprese – quella più amara, in verità – del decreto del MIUR che disciplina modalità, contenuti e scadenze relative alle prove di selezione per i corsi di laurea ad accesso programmato su base nazionale è il taglio di 1 posto su 4 per gli aspiranti camici bianchi. Le associazioni studentesche, però, non ci stanno: Unione degli Universitari (UDU) e Rete degli Studenti minacciano un maxi ricorso prima del test.
Quest’anno per le aspiranti matricole dei corsi a numero chiuso i test di ammissione diventano ancora più duri da superare: per l’anno accademico 2014/2015, il ministero ha autorizzato solo 7.918 posti per Medicina, tagliando di 2.239 unità quelli disponibili in tutta Italia. Con un calo del 23 per cento rispetto al 2013/2014, quando i posti messi al bando furono 10.157.
Anche per gli altri corsi di laurea con accesso programmato a livello nazionale si sono registrati tagli, anche se meno importanti. Chi parteciperà al test di ammissione 2014 a Veterinaria avrà 193 posti in meno a disposizione rispetto al 2013 (da 825 si è passati a 623), mentre per Odontoiatria si registra un -197 (da 984 a 787).
Si tratta, per ora, di cifre provvisorie, fa sapere il MIUR, ” in attesa della definizione del fabbisogno nazionale comunicato annualmente dal ministero della Salute “. Quelle definitive arriveranno il prossimo 11 Marzo, e molti già sperano che ci possa essere un’integrazione. Ma non si esclude che il ministero della Sanità possa approvare il contingente previsto dal ministero. Anche, si vocifera, per colpa degli studenti ammessi a Medicina in soprannumero quest’autunno causa del pasticcio legato al bonus maturità.
Le associazioni studentesche contestano duramente il taglio dei posti disponibili per i test di ammissione 2014 e, in generale, tutto il sistema del numero programmato, considerato una “lotteria a discapito degli studenti”. “Siamo pronti alla mobilitazione e al ricorso contro i test di Aprile“, dichiarano UDU e Rete degli Studenti Medi, che accusano il ministro Carrozza di ignorare “l’evidenza di un sistema che non funziona” e proseguire “sulla strada dei test anziché aprire immediatamente un confronto con gli studenti. A scapito del diritto allo studio”, come spiega il coordinatore nazionale UDU, Gianluca Scuccimarra. Gli fa eco il portavoce della Rete, Daniele Lanni: “Se non ci sarà un passo indietro immediato, siamo pronti a impugnare il decreto stesso d’indizione del test”, con la speranza di bloccarne lo svolgimento.