Enorme taglio del personale all’Università di Genova: 140 dipendenti verranno spediti in pensione entro il 2009, per realizzare una “università virtuosa” secondo i parametri della Legge Gelmini.
Secondo le nuove disposizioni, potranno infatti definirsi “virtuosi” ed usufruire di “premi bonus” soltanto quegli atenei che entro il 2011 ridefiniranno i propri bilanci, arrivando a spendere per le risorse umane non più del 90% del FFO, il fondo di finanziamento statale per le università.
Sfruttando una norma legislativa che contempla la possibilità di congedare qualsiasi dipendente con almeno quarant’anni di contributi pensionistici, il rettore Giacomo Deferrari, ha quindi deciso di presentare al prossimo Senato accademico una misura per spedire in pensione il 6,2% dei professori ordinari, associati e ricercatori, nonché il 3% del personale tecnico amministrativo.
Poiché l’università di Genova è nota anche per l’elevata età media dei docenti, che supera addirittura i sessant’anni, per rientrare nella quota del 90%, il taglio del personale riguarderà anche i lavoratori settantenni che avrebbero voluto sfruttare la possibilità prevista per il pubblico impiego di restare in servizio per un ulteriore biennio.
La didattica non sarà tuttavia particolarmente scalfita da questa disposizione: su oltre mille docenti, soltanto una ventina lascerà il proprio incarico. Molto più pesante invece la situazione della ricerca: su un totale di neanche 600 ricercatori, ne sloggeranno 80.
Ad ogni facoltà universitaria sarà comunque offerta la possibilità di rinnovare o stipulare nuovi contratti meno dispendiosi con giovani docenti e ricercatori.