L’eliminazione non sarà effettuata in modo indiscriminato: il ministro ha giustificato il provvedimento accompagnandolo con una nota illustrativa in cui sono contenute le diverse misure ideate per eliminare i corsi di laurea non necessari.
“In questi anni – si legge nella nota del Miur – si è assistito ad una proliferazione di insegnamenti che non rispondono alle reali richieste del mercato del lavoro”. È per questo che negli ultimi mesi sono stati già eliminati circa il 20% dei corsi inutili e con questo provvedimento sarà possibile ridurli ulteriormente”. Un esempio fornito dal Miur è quello relativo ai corsi di specializzazione di medicina, che sono stati ridotti da 1600 a 1200.
Con il decreto ministeriale che taglia i corsi inutili sarà quindi avviata per il ministero “una più coerente razionalizzazione dei corsi di laurea” attraverso:
- definire più elevati requisiti di docenza per attivare i corsi di studio, in modo che se ne contenga la proliferazione
- disattivare obbligatoriamente i corsi di studio con basso numero di studenti
- limitare la proliferazione degli insegnamenti, individuando il carico massimo di docenza che ciascuna università è complessivamente in grado di erogare
- limitare la frammentazione degli insegnamenti definendo il numero minimo di crediti (6) per esame
- eliminare gli ostacoli di natura organizzativa e formale alla mobilità degli studenti, determinati da una eccessiva eterogeneità dei regolamenti didattici delle università
- potenziare l’efficacia della valutazione interna, prevedendo una composizione dei Nuclei di valutazione d’Ateneo a maggioranza esterna
- limitare il numero di crediti extrauniversitari che ogni Ateneo può riconoscere.