Maghi del computer, dove siete? La Svizzera vi cerca. Dall’Università della Svizzera italiana (con sedi a Lugano e Mendrisio) fanno sapere che, secondo i dati ricavati da uno studio della Commissione Europea, entro il 2015 in tutta Europa serviranno 700mila informatici e lanciano una campagna per convincere i giovani a scegliere questa strada. “Per un futuro assicurato, studia Informatica”, recita l’annuncio pubblicato dall’ateneo su giornali e riviste italiane. In Svizzera, dove si apriranno 36mila nuove posizioni nel settore, per gli informatici si prospettano un lavoro certo e stipendi da sogno: 7.000 franchi svizzeri, ossia 5.600 euro al mese.
Il settore informatico è il quinto più importante della Svizzera e uno di quelli che offre più possibilità di lavoro. La situazione è analoga anche nel resto d’Europa, eppure – come riportano alcune ricerche – negli ultimi anni solo il 18 per cento dei diplomati europei ha scelto di iscriversi a Informatica. Da qui è partita l’idea di lanciare la curiosa ‘campagna acquisti’, sulla quale avrà influito anche il fatto che l’Italia è uno dei Paesi UE con il più alto tasso di disoccupazione giovanile (38 per cento). Per molti nostri connazionali, infatti, la prospettiva di un lavoro sicuro e ben pagato oltreconfine potrebbe essere più che allettante.
L’appello rivolto dall’Università della Svizzera potrebbe sembrare paradossale se si pensa che nella Confederazione cantonale – dove il tasso di disoccupazione giovanile è stabile al 3 per cento – il bisogno di lavoratori stranieri è sì forte, ma la loro presenza è strenuamente osteggiata da formazioni politiche come la Lega dei Ticinesi, che vedono i lavoratori non autoctoni (gli italiani soprattutto) come ‘usurpatori’ e per questa loro posizione riscuotono grandi consensi alle elezioni.
Di pari passo all’aumento degli italiani che lavorano in Svizzera (nel 2012 i nostri connazionali approdati oltreconfine sono stati più di 8.000, il doppio rispetto all’anno precedente), le campagne contro immigrati e frontalieri promosse dai partiti nazionalisti si sono fatte sempre più aggressive. Questo soprattutto perché i quasi 60mila frontalieri, che varcano ogni giorno il confine per andare a lavorare nel Canton Ticino, grazie al minor costo della vita nelle aree di residenza accettano stipendi inferiori, causando un dumping salariale.
In Svizzera c’è bisogno di giovani informatici, dunque, ma con l’avanzare di un razzismo sempre più evidente non è detto che – prospettive lavorative e stipendi a parte – il futuro di chi deciderà di emigrare sarà tutto rose e fiori.