Conviene ancora affrontare gli studi universitari per garantirsi un lavoro ben retribuito? Il recente rapporto del consorzio interuniversitario Almalaurea ci dice che i neolaureati italiani sono più giovani e hanno maturato maggiori competenze. Ma cosa sarà dei loro stipendi quando saranno entrati nel mondo del lavoro? A questa domanda ha provato a rispondere l’Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, in un’indagine sui rendimenti dell’istruzione nel mercato del lavoro.
Secondo lo studio, guardando a chi ha un lavoro da dipendente, lo stipendio medio mensile di un laureato ammonta a 1.626 euro al mese contro i 1.261 dei diplomati. Una differenza del 28,9 per cento dietro la quale ci sono numerosi fattori: dal diverso trattamento economico, ben più consistente, che i laureati da più tempo riuscivano a ottenere all’allargamento della forbice retributiva tra diplomati e laureati con il procedere della carriera nel tempo.
La conferma arriva se si guarda lo stipendio medio di chi oggi ha tra i 55 e i 64 anni: per i diplomati ci si attesta sui 1.524 euro, mentre i laureati arrivano a 2.066. Differenza e valori assoluti che oggi non sembrano non più possibili: basti pensare che per il 15-24enni la paga media è 8.94 per i diplomati e 1.042 per i laureati, mentre se si passa ai 25-34enni cambia ben poco, con 1.108 contro 1.289 per i laureati. Da 35 a 44 anni la paga dei diplomati arriva a 1.278 euro contro i 1.586 dei laureati e nella fascia da 45 a 54 anni si arriva rispettivamente a 1.434 e 1.849.
I dati dimostrano, dunque, che la laurea non dà un surplus retributivo elevato come un tempo ma continua a garantire una differenza di trattamento. Stessa conclusione, con un margine leggermente maggiore a favore dei laureati, se si guarda alle retribuzioni orarie: si parte con 6,3 euro per i diplomati e 8 per i laureati tra i 15 e i 24 anni e si termina 10,7 euro l’ora e 16,2 per i laureati nella fascia tra 55 e 64 anni, con una media di 8,6 euro per i diplomati e 11,9 per chi ha un titolo di studio superiore.
Passando invece a vedere chi trova più facilmente lavoro, il vantaggio per i laureati si rende evidente tra i 28 e i 29 anni. Prima le opportunità maggiori sembrano essere a favore dei diplomati: sotto i 25 anni questi ultimi sono occupati nel 27,9 per cento dei casi contro il 25,3 dei laureati e tra i 25 e i 34 anni arrivano al 68,3 per cento contro il 67 dei laureati. Ma il sorpasso comincia appunto attorno ai 28-29 anni, anche se il confronto con l’Europa vede i nostri giovani più penalizzati nella ricerca di lavoro anche dopo gli anni passati in ateneo.