I libri e le lavagne? Sembrerebbero un ricordo del passato a giudicare dalla crescente diffusione tra gli studenti universitari dell’uso delle piattaforme online predisposte da facoltà e dipartimenti per scaricare materiale didattico, per lo più slide, preparato dai docenti. A decretarlo sono due indagini condotte rispettivamente dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e dall’Università di Bologna.
Secondo quanto emerge dai dati raccolti, in una scala da 1 a 10, l’indice di uso di slide e altre risorse digitali è 7,5, mentre quello dei manuali lo supera solo di un punto e mezzo. Considerando che fino a tempi recenti i libri rappresentavano la principale – se non l’unica – risorsa per studiare, il risultato appare molto significativo. Per discutere sul fenomeno è stato anche organizzato un incontro il prossimo 6 Dicembre a Roma, nell’ambito della manifestazione “Più libri più liberi”, la fiera nazionale dei piccoli e medi editori.
L’incontro, dal titolo “Le notti prima degli esami: il mondo universitario tra manuali ed e-book”, avrà come tema principale il futuro dell’editoria che si occupa di manualistica universitaria, ma soprattutto quello della didattica che si svolge negli atenei. Infatti, ci troviamo davanti ad un cambiamento epocale. Se un tempo all’università le lezioni si tenevano per lo più con l’ausilio delle lavagne, oggi nella stragrande maggioranza dei casi queste sono soppiantate dalla proiezione di slide, che spesso sono poi rese disponibili liberamente attraverso le piattaforme digitali delle varie strutture degli atenei e rappresentano la principale fonte che gli studenti usano per prepararsi agli esami.
Parallelamente a ciò aumenta sempre più anche il ricorso agli e-book e perfino il fenomeno dello scambio degli appunti tra studenti oggi passa attraverso i più moderni mezzi di condivisione online, come il cloud sharing. Tutta questa frammentazione dei materiali e delle risorse dalle quali attingere per lo studio sta portando ad una progressiva de-strutturazione delle conoscenze, non più riunite e sistematizzate su un unico supporto, ma suddivise in moduli spesso del tutto autonomi e diffuse in molteplici forme: dalle slide alle dispense, dalle videolezioni su piattaforma online alle informazioni e ai file scambiati sia con altri studenti che con gli stessi docenti attraverso chat, forum e social network.
Per poter sopravvivere, dunque, gli editori del settore sono chiamati a mettere da parte (o per lo meno a rivedere profondamente) i testi tradizionali, adeguando la propria offerta alle nuove esigenze didattiche attraverso la predisposizione di altri strumenti da affiancare ai libri, quali piattaforme per l’e-learning e supporti digitali, che siano più agili e in linea con la struttura e i contenuti delle slide e delle dispense preparate e diffuse dai docenti e che registrano tanto successo tra gli studenti.
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