L’Ats di Milano ha deciso: 140 tra docenti e studenti che negli ultimi quattro mesi hanno frequentato abitualmente il laboratorio di Chimica di via Golgi della Statale saranno vaccinati contro la meningite come misura preventiva. La decisione è stata annunciata dal rettore Gianluca Vago, che spera basti a frenare il panico che si sta diffondendo a seguito della morte di due studentesse dell’ateneo.
La prima, Alessandra Covezzi, ventiquattrenne studentessa del Master in Industrial Chemistry, era deceduta il 29 luglio scorso proprio per un caso di meningite fulminante. La stessa malattia che il 30 novembre ha stroncato Flavia Roncalli, anch’ella studentessa di Chimica alla Statale di Milano e anch’ella morta nel giro di poche ore.
Ad accomunare le ragazze è non soltanto il loro triste destino, ma anche il tipo di meningococco contratto: quello C. Per questo ceppo del batterio esiste un vaccino e l’autorità sanitaria ha predisposto che sia somministrato a tutti coloro i quali possano essere entrati in contatto con le due ragazze. La vaccinazione di studenti e docenti inizierà il prossimo 9 dicembre e si completerà in due o tre sedute, “sicuramente entro Natale”, ha precisato Giorgio Ciconali, direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’azienda ospedaliera Milano Città Metropolitana.
Già da subito, comunque, per evitare ulteriori casi di meningite, circa 150 persone sono state sottoposte a terapia antibiotica a scopo profilattico. Eppure, come è comprensibile, una certa ansia si è diffusa tra gli studenti e le loro famiglie. Ansia che, ha sottolineato Ciconali, non è giustificata. Solo le persone che sono effettivamente entrate in contatto con le due studentesse decedute, infatti, sono a rischio.
Come è potuto avvenire tutto questo e perché di tanto in tanto a macchia di leopardo accadono sul territorio nazionale casi di meningite fulminante? La spiegazione sta nel fatto che circa il 15 per cento della popolazione è portatrice sana della malattia e contribuisce alla sua diffusione. Anche nel caso della Statale di Milano ci sarebbe almeno un portatore sano che ha contagiato – ovviamente a sua insaputa – le due sfortunate studentesse.