Di sicuro è stato un Natale indimenticabile quello della famiglia di Sam Schmid studente all’Università dell’Arizona, negli Usa, uscito dal coma mentre i medici pensavano a come donare i suoi organi. Il 21enne dato praticamente per morto, ora cammina con l’ausilio di un deambulatore negli spazi dell’ospedale di Phoenix e pronuncia brevi frasi.
“In questo momento, mi sento bene … tranne che per la riabilitazione, mi sento abbastanza bene” ha detto lo studente ai giornalisti giunti per ascoltare la sua storia. I medici del Barrow Neurological Institute spiegano che ha davanti a sé un lungo lavoro per ritrovare piena capacità di parola, l’equilibrio e la memoria. Ma dopo l’incidente del 19 ottobre scorso a Tucson, un aunerisma cerebrale e altre ferite gravi aveva fatto temere il peggio, tanto che era stato trasferito al Barrow Neurological Institute presso il St. Joseph’s Medical Center di Phoenix, dove aveva subito un intervento a seguito del quale non aveva dato segni di risposta.
Non è mai stato ufficialmente classificato come un potenziale donatore di organi, ma i medici cominciavano a discuterne e ad accennarlo ai genitori quando una risonanza ha mostrato che il suo cervello non era a un punto di non ritorno: così si è deciso di tenerlo in vita ancora per una settimana. E il 24 ottobre, con somma meraviglia dei medici, Sam Schmid ha cominciato a muovere due dita su richiesta degli operatori.
Da lì per lo studente Usa uscito dal coma è iniziata una lunga riabilitazione fisica, ancora una volta sorprendendo lo staff che lo segue. Ora Sam, capelli corti e una cicatrice molto lunga sulla testa, è aggrappato alla convinzione di poter tornare alla sua vita di prima dell’incidente: “Mi vedo uscire di casa, andare a scuola, al lavoro, cose di base come queste” ha detto il giovane.
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