Il College del New Jersey, saltato alla cronaca per il suicidio di uno studente omosessuale lo scorso autunno, darà il via ai dormitori misti con l’obiettivo di creare un ambiente più “inclusivo” e accogliente.
Parlare di una rivoluzione per l’ateneo però non è del tutto corretto, visto che l’amministrazione ha deciso di procedere con estrema, forse eccessiva, cautela. L’università di Rutgers partirà infatti con un progetto pilota di 20-30 studenti durante l’anno in corso e il 2012, i quali potranno selezionare i propri compagni di stanza indipendentemente dal sesso, un programma che coinvolgerà le sedi del New Brunswick e del New Jersey.
Eliminando così la rigida divisione tra dormitori maschili e femminili, studenti etero o omosessuali potranno scegliere di condividere la loro stanza con studenti del sesso opposto, e l’uso in comune comprenderà anche l’utilizzo dei bagno delle strutture.
La vicenda ha inizio a settembre dello scorso anno, quando Tyler Clementi, 18 anni, è saltato giù dal ponte George Washington Bridge, dopo che due studenti della Rutgers University avevano deciso di diffondere un video di un incontro sessuale tra il ragazzo e un altro studente.
“Forse le cose sarebbero andate diversamente se lo studente avesse potuto scegliere il proprio compagno di stanza”, ha dichiarato Yousef Saleh, ventiduenne alla guida dell’Assemblea degli studenti presso la Rutgers University Student. A questa risposta ha deciso di dare seguito l’amministrazione, che in una nota alla stampa locale ha affermato che si tratta di una decisione presa “dopo una lunga riflessione, attuata per rendere l’ambiente universitario più inclusivo“.
Il programma pilota dell’ateneo fa parte di una tendenza più generale dei college statunitensi, secondo Jeffry Chang, co-fondatore del National Student Genderblind Campaign, una organizzazione no profit che promuove politiche di uguaglianze di genere tra gli studenti, ha stimato che 55 università negli Usa hanno già adottato politiche simili a quella dell’ateneo del New Jersey.