Il timore di un taglio di 200 milioni a carico del Fondo di finanziamento ordinario delle università è ormai passato, ma il nuovo decreto sulla spending review porterebbe, comunque, “ad una pericolosissima liberalizzazione delle tasse e – dicono gli studenti – dei contributi universitari, come già in passato richiesto e sostenuto dalla Crui e da alcuni partiti italiani”. Un comma della norma, infatti, andrebbe ad agire sul limite all’aumento delle tasse universitarie fino a oggi esistito.
Era stato il decreto 306/2007 a obbligare le università italiane a rispettare il limite massimo del 20 per cento, come rapporto tra l’intero ammontare dei contributi, delle tasse universitarie e del Fondo di finanziamento ordinario. Adesso le cose prenderanno una piega differente: questo limite, di suo già abbastanza violato, varrà d’ora in poi solo per gli studenti italiani e comunitari in corso, mentre ne resteranno esclusi gli stranieri e anche i fuoricorso, che in Italia si aggirano attorno al 40 per cento. Per questi, quindi, le somme d’iscrizione potranno essere aumentate a dismisura.
Non finisce qua. Il nuovo decreto sulla spending review prevede pure che la nuova base per calcolare questo limite sia costituita da tutti i trasferimenti dello Stato all’ateneo. Ciò significa tener conto di una cifra molto più alta rispetto a quanto accadeva prima, quando invece per il calcolo era preso in considerazione il Fondo di finanziamento ordinario. Per gli atenei che dovessero sforare, inoltre, è previsto il solo vincolo di convertire le somme ottenute illegalmente in borse di studio. “Una sanzione – spiega Luca Spadon, portavoce nazionale Link-Coordinamento universitario – che sa di beffa”.
Le novità apportate dal decreto sulla spending review non piacciono affatto agli studenti, che già sembrano essere sul piede di guerra. L’idea è che si tratti di un “omicidio premeditato dell’università pubblica”.
Nonostante l’Italia sia al terzo posto per le tasse universitarie più care in Europa, “il Governo – dice Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu – punta a cancellare il limite della tassazione e consentire aumenti sconsiderati dei contributi pagati dagli studenti”. Inoltre, se finora questi “potevano fare ricorso per bloccare gli atenei con tassazioni eccessive”, adesso tali università potranno semplicemente rimediare, destinando “dei fondi a qualche borsa di studio, neanche necessariamente per studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi”.
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Giustissimo, ci sono già troppi lauretai disoccupati. Meglio premiare l’impegno e la continuità nello studio costerà meno solo se si applicherà costante ed impegno e gli sfaticati e gli svogliati si cercheranno altro da fare!
renzi è quello che volevasi dimostrare……………