Una sparatoria che ha lasciato a terra un morto (l’aggressore) e tre feriti, oltre a un’enorme paura. Era da poco passata la mezzanotte a Tallahasse (USA), sede dell’Università della Florida, quando si è scatenato il panico tra gli studenti che ancora affollavano la biblioteca Strozier. Gli spari hanno spezzato la tranquilla quotidianità di una tarda serata nel campus dell’ateneo americano, facendo temere che potesse andare molto peggio di quanto non sia effettivamente accaduto.
I motivi della sparatoria all’Università della Florida sono sconosciuti, anche perché il responsabile del gesto – identificato come Myron May, laureatosi presso la Florida State University nel 2005 – è stato ucciso dagli addetti alla sicurezza dell’ateneo. Gli agenti intervenuti sul posto avevano chiesto all’aggressore di gettare via l’arma con la quale aveva esploso i colpi, ma questi si è rifiutato e ha sparato in direzione delle guardie, che hanno risposto al fuoco colpendolo a morte. Gli inquirenti ipotizzano che May potesse soffrire di una qualche forma di paranoia, visto che sembra sia stato ritrovato un suo diario nel quale aveva scritto di sentirsi “preso di mira” dal governo.
Dei tre feriti della sparatoria all’Università della Florida, uno è ricoverato in gravi condizioni al Tallahassee Memorial HealthCare, un altro ha riportato una ferita da arma da fuoco a una gamba, ma il suo stato non desta preoccupazioni, mentre il terzo è stato colpito solo di striscio ed è stato medicato direttamente sul posto, senza essere trasportato in ospedale.
In concomitanza con la sparatoria all’Università della Florida, i vertici dell’ateneo hanno diramato un’allerta per “situazione pericolosa”, invitando tutti gli studenti presenti nel campus a rimanere calmi e cercare un rifugio. Comprensibilmente, tuttavia, l’allarme non ha scongiurato il crearsi di un diffuso panico, che ha spinto molti giovani a fuggire tra i corridoi e per le scale degli edifici del campus universitario. La situazione si è del tutto normalizzata solo due ore dopo l’accaduto, intorno alle 2.30, quando la Florida State University ha inviato un messaggio sul suo profilo Twitter per comunicare che l’area era tornata ad essere totalmente sicura.
