Gli studenti spagnoli possono tirare un sospiro di sollievo: le borse di mobilità per partecipare al programma Erasmus sono salve, almeno per quest’anno. Le proteste scatenatesi in Spagna e tra gli studenti iberici in soggiorno all’estero per l’annuncio che le borse sarebbero state tagliate con effetto immediato hanno costretto il governo a fare dietrofront e annunciare che le borse saranno mantenute fino al termine dell’anno accademico in corso. La decisione di tagliare i contributi in favore degli studenti che partecipano al programma europeo di mobilità era maturata a causa della crisi e della conseguente riduzione del budget a disposizione del ministro dell’Educazione, José Ignacio Wert.
Alla notizia che la decisione di tagliare le borse Erasmus – anche per i soggiorni all’estero già in corso in quest’anno accademico – fosse ai primi posti dell’agenda del ministro dell’Educazione, la pagina Facebook del governo è stata letteralmente subissata da messaggi di protesta provenienti da studenti spagnoli in Erasmus in vari Paese d’Europa.
La protesta è cresciuta al punto che né i media spagnoli né i sindacati hanno potuto ignorarla e ha incassato perfino la solidarietà dell’Unione Europea. La battaglia dei giovani Erasmus è stata sostenuta anche dalle organizzazioni giovanili dei partiti all’opposizione e addirittura da quelle del Partido Popular, al governo in Spagna. Fino all’ultimo il ministro Wert ha provato a difendere la propria decisione ai microfoni delle radio iberiche, ma, dopo un incontro con il premier Mariano Rajoy, alla fine ha convocato una conferenza stampa per annunciare il proprio dietrofront: i fondi Erasmus saranno mantenuti almeno per l’attuale anno accademico.
Un sollievo per i 40mila studenti spagnoli – di cui la maggior parte ha scelto come meta l’Italia – che sarebbero stati colpiti dal taglio delle borse. Ma anche un’uscita, fortunosa, da un paradosso che avrebbe messo in difficoltà i più attivi partecipanti a uno dei progetti europei di maggior successo. In Spagna, infatti, gli universitari che scelgono di andare in Erasmus all’estero sono ogni anno, in percentuale, il doppio della media europea.
Ed è proprio l’enorme numero di giovani che partono dalla Spagna per l’Erasmus a pesare sui conti di Madrid, dato che da Bruxelles i fondi per l’Erasmus si ripartiscono in pratica per Paese, non in base al numero dei partecipanti. Dovendo suddividere le risorse tra una platea molto più ampia, per far sì che le borse consentano di poter vivere per un periodo all’etero, il governo spagnolo è costretto a integrare i fondi provenienti dall’UE. Le borse concesse dall’Europa basterebbero a garantire in media appena 115 euro mensili per ogni studente, mentre, grazie all’intervento del governo, i giovani ne ricevono 150 in più.