È bastata una traduzione sbagliata per dar vita a un tormentone che ha agitato la rete per un’intera mattinata: #doggystyle e #pecorino sono tra gli “hot” hashtag della giornata. E l’aggettivo è quanto mai appropriato. Per chi si fosse perso la puntata precedente, stiamo parlando della gaffe “a luci rosse” scovata su un bando per la ricerca nel settore zootecnico del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca: la traduzione della frase “dalla pecora al pecorino” in inglese è diventata “dalla pecora alla pecorina”, probabilmente con la complicità di un traduttore on line in inglese che ha scritto “from sheep to Doggy Style“.
Lo scherno e la meraviglia hanno raggiunto anche l’edificio di viale Trastevere, dove lo staff del Miur ha pensato bene di reagire con altrettanta ironia, pubblicando una nota di scuse intitolata “Le sviste di un ‘infallibile’ Ministero”. Il teso è indirizzato agli “amici della rete” e fa il punto dei recenti episodi in cui sono stati deliziati da “errori involontariamente comici”.
La prima gaffe citata nel “focus” pubblicato sul sito del Miur è quella che includeva tra i Comuni italiani elencati nel portale “Scuola in chiaro” alcune località che non sono più Comuni a sé, tra cui la storica Caporetto. “Da ultimo, per ora…”, ironizza la nota del Miur, la vicenda del bando “a luci rosse” sul formaggio pecorino generata da una “traduzione maccheronica dall’italiano all’inglese”.
A parziale giustificazione dell’accaduto segue l’elenco delle strutture che sono sotto il controllo del ministero: “oltre 10 mila scuole, quasi 1 milione di insegnanti, circa 8 milioni di studenti” e poi università, enti di ricerca e relativi utenti e personale.
Insomma, con questi numeri “non sbagliare mai è quasi impossibile” spiega la nota ministeriale, concludendo con un ringraziamento all’attenzione e all’affetto di chi “segue e scrutina” pagine e documento pubblicati: “Un lavoro prezioso che ci aiuta a correggerci e a migliorare. Vi invitiamo a continuare a farlo e, se vorrete, l’ufficio stampa e il sito sono a disposizione per le vostre segnalazioni“.
Letta a nota, il ricordo non può non andare alla gestione di una precedente gaffe ministeriale, sotto la reggenza del ministro precedente, Mariastella Gelmini: quella del tunnel del Gran Sasso. E non si può fare a meno di come con il “tecnico” Profumo la reazione del settore comunicazione del Miur sia stata di tutt’altro tenore. Almeno su questo fronte, la reazione al “doggy style” ci ha fatto decisamente apprezzare il “Profumo style“.
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Evidentemente, l’aver assoldato i 6 baldi giovani esperti di Social e New Media, a qualcosa è servito… Bravo Profumo!