Spesso si dice che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Dietro questa massima potrebbe esserci anche una verità scientifica: una ricerca condotta dal Massachussets Institute of Techology (MIT) di Boston in collaborazione con l’Università del Sussex ha infatti scoperto che il nostro udito è selettivo. Tutto merito di un meccanismo che ci isola dai suoni indesiderati, aiutandoci a concentrarci solo su quelli che ci interessano.
Gli scienziati che hanno lavorato allo studio – i cui risultati sono stati pubblicati su Biophysical Journal – sono riusciti a identificare la ragione per la quale riusciamo, ad esempio, a udire la voce di qualcuno con cui stiamo parlando, pur essendo in un luogo affollato, senza che i rumori intorno impediscano la comunicazione. A rendere il nostro udito selettivo è una sottilissima membrana, detta “tettoriale”, che si trova nell’orecchio interno.
La membrana tettoriale è disseminata di minuscoli pori, con un diametro di pochi decimi di nanometro, che fanno da filtro ai suoni, lasciandone passare alcuni e bloccandone altri. A essere determinante in questo processo selettivo, che è del tutto involontario, è la frequenza dei vari suoni. In base a questo criterio il nostro udito stabilisce quali far passare e quali bloccare, garantendoci un’efficienza che non riesce ad essere raggiunta nemmeno dalle più sofisticate apparecchiature elettroniche.
Ed è proprio in rapporto a questa superiorità che l’udito umano ha rispetto alle macchine che la scoperta del MIT e dell’Università del Sussex assume importanza. Studiando a fondo questo fenomeno fisico, infatti, si spera di poterlo riprodurre anche a livello artificiale, consentendo di ottenere microfoni e altoparlanti più sofisticati, in grado di replicare questo meccanismo selettivo. Ma i risultati della ricerca sono fondamentali anche per capire meglio come nascono e si sviluppano alcune forme di sordità e, di conseguenza, poter individuare nuove e più efficaci modalità di trattamento dei problemi relativi all’udito.