Stesso percorso di laurea, stessa formazione e anche stesse università, ma coloro immatricolati dal 2008 al 2011 non avranno possibilità, per come è la legge oggi, di poter aspirare a un posto di lavoro a tempo indeterminato. I protagonisti che subiscono questo vuoto normativo sono i laureati in Scienze della Formazione, incastrati tra provvedimenti e bloccati dalla riforma Gelmini.
Ma la questione inizia già nel 2007 quando un provvedimento inserito dall’ex ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni bloccò le graduatorie dei concorsi introducendo le liste ad esaurimento. Con la legge Gelmini si è poi escluso dall’accesso a tali graduatorie i laureati immatricolati negli ultimi 3 anni, quindi dal 2008.
Tali graduatorie ad esaurimento rappresentano infatti l’unica strada per ottenere, dopo l’abilitazione professionale a seguito della laurea, un contratto da docente a tempo indeterminato. Abilitazione che gli ultimi immatricolati potranno avere quindi solo a metà, accontentandosi di contratti di diverso tipo e comunque non stabili. Va sottolineato che gli studenti in questione hanno scoperto di essere fantasmi del lavoro al momento dell’iscrizione, apprendendo ormai tardi lo scarso valore del loro titolo.
L’esercito degli aspiranti docenti incastrati in questo “limbo” legislativo sono in Italia circa ventimila, e il rettore dell’Università di Bari si è incaricato di portare la questione all’attenzione della Crui. L’iniziativa prende però le mosse da Link coordinamento universitario che si è fatto portavoce di questa battaglia, chiedendo una sanatoria che rimedi al vuoto legislativo. Il delegato Link per Bari, Leonardo Madio, ha infatti presentato una mozione approvata dal Consiglio accademico.
L’obiettivo è quello di riuscire a trovare extremis una soluzione, considerando soprattutto che i nuovi iscritti dal prossimo anno non subiranno più questo grave disagio.