Sampietrini divelti, veicoli incendiati, feriti tra i manifestanti e le forze dell’ordine. Così a Roma la manifestazione pacifica dei centomila contro il ddl Gelmini si è trasformata, per responsabilità di pochi gruppi violenti, in uno scenario di battaglia urbana. Da via del Corso a piazzale Flaminio, alcuni giovani hanno usato bastoni e sampietrini per assaltare i blindati della Guardia di Finanza, un automezzo dell’azienda dei rifiuti e tanti veicoli di privati che sono stati dati alle fiamme.
Le forze dell’ordine hanno reagito agli attacchi con il lancio di lacrimogeni, il cui fumo si è aggiunto a quello dei fumogeni e delle auto in fiamme. Piazza del Popolo è così diventata un campo di battaglia, con il pavimento e gli arredi divelti e l’aria irrespirabile. Numerosi giovani sono stati immobilizzati e trattenuti dalle forze dell’ordine. Almeno 40 i feriti, tra cui uomini delle forze dell’ordine, manifestanti e anche un cronista colpito al volto da una pietra. Il tutto sotto lo sguardo attonito dei pochi turisti rimasti in strada.
La tecnica scelta dai contestatori è stata quella di circondare i palazzi del potere tentando di sfondare i blocchi ora in un punto ora nell’altro, in modo da disorientare le forze dell’ordine e rendere impossibile il potenziamento dei punti più scoperti. Nei pressi del Senato, in piazza Madama e via Risorgimento, persone con il volto coperto e scudi di gommapiuma hanno lanciato petardi, palloni pieni di vernice e oggetti di ogni tipo contro il palazzo dove si era appena conclusa la votazione sulla fiducia.
Una bomba carta è esplosa proprio mentre l’ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano del Turco lasciava la sede del Senato. Le forze dell’ordine hanno chiesto ai senatori di non uscire da Palazzo Madama per alcuni minuti e poi con una carica di alleggerimento hanno allontanato i manifestanti. I gruppi di violenti hanno danneggiato anche alcune banche intorno a corso Vittorio Emanuele, con bancomat e vetrine in frantumi e imbrattati con la vernice.
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