La ripartizione della quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) 2016 segna una piccola riscossa degli atenei del Sud. Il decreto con il dettaglio delle somme spettanti a ciascuna università calcolate sulla base del merito è stato pubblicato lo scorso 30 dicembre, insieme alla classifica dell’ANVUR sulla quale si fonda. Quello che ne è venuto fuori è che gli atenei meridionali recuperano posizioni rispetto a quelli del Nord, i quali in molti casi – compresi alcuni nomi eccellenti – dovranno rinunciare a una parte cospicua dei finanziamenti ricevuti l’anno precedente. Per il 2016 l’ammontare totale della quota premiale è di 1,4 miliardi di euro, pari al 20 per cento del totale del fondo, che è di circa 7 miliardi.
Ancora una volta è l’Alma Mater di Bologna a giocare la parte del leone nella ripartizione della quota premiale dell’Ffo. L’università più antica del mondo riceverà poco meno di 100 milioni di euro, che equivalgono al 7 per cento del totale a disposizione. Dopo Bologna, ad avere la fetta più grossa sarà La Sapienza di Roma, alla quale spetteranno 92,5 milioni. Entrambi gli atenei si sono visti assegnare più risorse rispetto all’anno precedente: per la precisione, ciascuno di essi avrà a disposizione 5 milioni in più.
Cresce notevolmente anche la dotazione a disposizione della Federico II di Napoli, che con 9,2 milioni in più rispetto al 2015 è l’università che incrementa maggiormente in termini assoluti la parte di quota premiale a propria disposizione. Se si parla di aumenti percentuali, invece, è Messina ad aver visto crescere di più i finanziamenti concessi. Con 7 milioni in più rispetto all’anno passato, l’ateneo della città dello Stretto totalizza un +37 per cento.
Non per tutti le cose sono migliorate, però. A pagare il prezzo del balzo in avanti delle università del Sud sono soprattutto quelle lombarde. Con l’eccezione di Pavia, tutti gli altri atenei della regione riceveranno meno risorse. La parte di quota premiale spettante alla Statale di Milano, ad esempio, sarà inferiore di 5 milioni di euro, mentre a Bergamo verranno a mancare 1,2 milioni. Risorse in discesa anche per Siena, che perde il 39 per cento del finanziamento ricevuto nel 2015, realizzando la peggior performance in percentuale.
I parametri considerati per la ripartizione della quota premiale sono quattro: qualità delle ricerca, reclutamento dei docenti, qualità della didattica in relazione alla mobilità internazionale degli studenti e qualità della didattica in relazione alla percentuale di studenti in corso.