Si prepara una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda il conseguimento dell’abilitazione medica. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), infatti, ha presentato un nuovo schema di regolamento che prevede l’anticipo del tirocinio e dell’esame di Stato. La formazione pratica, in particolare, dovrebbe svolgersi prima della laurea e non più successivamente al completamento del percorso universitario, come avviene fino a oggi.
Chiamato a esprimersi in merito allo schema di regolamento, il Consiglio di Stato nei giorni scorsi ha dato parere favorevole, seppur con qualche riserva. La modifica delle tempistiche per il conseguimento dell’abilitazione medica, tuttavia, non mette tutti d’accordo. Le associazioni studentesche e quelle dei giovani medici sono critiche nei confronti dell’anticipo di tirocinio ed esame di Stato, in mancanza di un’armonizzazione delle attività formative nei vari atenei. La loro richiesta è, invece, di rendere la laurea stessa titolo abilitante all’esercizio della professione.
Abilitazione medica, in futuro si conseguirà prima della laurea
Per accorciare i tempi d’attesa tra la laurea e il conseguimento dell’abilitazione medica, il MIUR ha proposto una riforma del percorso formativo. Il ministero punta all’anticipo del tirocinio, che dovrebbe essere svolto nel corso degli studi universitari, e a una nuova tipologia di esame di Stato. L’esame sarebbe in un’unica parte e consisterebbe in un test a risposta multipla elaborato a livello centrale. I quesiti non sarebbero più sorteggiati dall’archivio pubblico, bensì tratti dall’esperienza dei progress test. Inoltre, le sessioni d’esame dovrebbero passare da due a tre.
Attualmente per poter accedere all’iter formativo finalizzato all’ottenimento dell’abilitazione medica, occorre aver già completato gli studi. Solo con la laurea in tasca si possono effettuare i tre mesi di tirocinio pratico, superati i quali è possibile sostenere l’esame di Stato. Quest’ultimo oggi consiste in due parti, ciascuna comprendente 90 quesiti a risposta multipla, e si svolge in due sessioni. Una nella prima metà di luglio, per coloro che hanno effettuato il tirocinio nei mesi di aprile, maggio e giugno. L’altra nella prima metà di febbraio, per quanti hanno svolto il tirocinio nei mesi di novembre, dicembre e gennaio.
Consiglio di Stato favorevole con riserva alla riforma dell’abilitazione medica
Il nuovo schema di regolamento è stato valutato positivamente dal Consiglio di Stato, il quale però non ha mancato di sollevare alcune questioni. In particolare, Palazzo Spada ha sottolineato che “la peculiarità della professione medica rende più che plausibile l’espletamento del predetto tirocinio dopo il conseguimento della laurea, in modo da dare il giusto rilievo alla necessità che il medico svolga un periodo pratico di tirocinio dopo aver ultimato il corso di studi generale”.
Il Consiglio di Stato ha evidenziato le proprie perplessità anche in merito al fatto che l’anticipo del tirocinio e il suo collocamento all’interno del corso di studi possano rischiare di “creare sovrapposizioni con la normale attività teorico-pratica degli studenti, nonché di rendere comunque l’esame di abilitazione, seppur attualmente non connotato da particolare selettività, una prova essenzialmente teorica ed incentrata esclusivamente sul superamento di test”.
Contrarie associazioni studentesche e dei giovani medici: “Laurea sia già titolo abilitante”
La riforma dell’abilitazione medica non incontra il pieno favore né delle associazioni studentesche né di quelle dei giovani medici. In una nota Link Area Medica Coordinamento Chi si cura di Te ha sottolineato “la difficoltà dell’inserimento del tirocinio in corsi di laurea estremamente differenziati all’interno degli atenei di tutto il territorio nazionale”. Tale difficoltà renderebbe necessario “uniformare i piani di studio, per ottimizzare l’insegnamento assicurando a tutti gli studenti una base di preparazione teorica comune”.
Nella stessa nota la riforma delle tempistiche per il conseguimento dell’abilitazione medica viene definita una “misura ponte”. “La soluzione definitiva – scrive l’associazione studentesca – non può prescindere da un rimodernamento dei corsi di laurea in Medicina, che veda l’istituzione di un piano di studi uniforme su tutto il territorio nazionale ed al cui interno siano contenuti tutti gli elementi necessari alla formazione completa del giovane medico”.
Anche Anaao Giovani non è entusiasta della riforma e ha diramato un comunicato nel quale si legge che l’obiettivo della riduzione dei tempi per l’ottenimento dell’abilitazione medica è “conseguibile solo imitando le altre realtà europee, nelle quali la laurea in Medicina è di per sé abilitante, consentendo ai neo-medici di entrare subito nel mondo del lavoro o di accedere alla formazione post laurea”. Questa, spiega l’associazione, sarebbe l’unica via certa per abbattere “i ‘tempi morti’ che oggi esistono dopo l’esame di laurea, che possono raggiungere anche l’anno”.