Contrariamente a quanto affermano altri studi, secondo cui navigare su Internet sarebbe solo fonte di distrazione, una recente ricerca giapponese ha rivelato che guardare foto di cuccioli, come quelle usate come sfondo dei desktop, favorirebbe la produttività al lavoro. Alla rivelazione dell’Università di Hiroshima fa eco anche il risultato di una ricerca dell’Università di Singapore, secondo la quale chi ha la possibilità di “distrarsi” in Rete sarebbe molto più produttivo.
La ricerca giapponese, pubblicata sulla rivista scientifica Plus One e su Forbes, ha testato gli effetti positivi che le immagini kawaii – termine nipponico che sta per “cose carine” – hanno sulla produttività, sottoponendo circa una cinquantina di studenti a due diversi tipi di esperimenti. Nel primo caso si è messa alla prova l’abilità motoria dei partecipanti, mentre nel secondo si è testata la loro capacità visiva. In entrambe le situazioni, però, dopo che gli studenti avevano guardato tenere foto di cuccioli. Risultato: tali immagini sembrerebbero attivare l’area del cervello dedicata all’attenzione, aumentando di conseguenza la produttività di chi si sofferma a guardarle.
Stando ai risultati di queste due ricerche universitarie, chi pensa che navigare nel web sia solo una perdita di tempo deve ricredersi. Il segreto, secondo quanto svelato da uno studio condotto dalla Melbourne University, consiste nel non distrarsi per più del 20 per cento del tempo trascorso ogni giorno in ufficio. Eppure, prima di questo studio giapponese che trova un legame tra produttività e foto di cuccioli, altre ricerche hanno rilevato gli effetti deleteri che l’accesso ai social network può avere sul livello di attenzione dei lavoratori. Per Microsoft, ad esempio, chi usa questi strumenti si distrae ben quattro volte ogni ora, per poi ritornare operativo dopo circa 23 minuti.
Gli strumenti digitali, di cui tutti ormai fanno uso, sembrerebbero apportare dei benefici pure a chi studia. Qualche tempo fa, infatti, la ricerca del Censis “Nativi digitali e apprendimento” ha rivelato che il 72 per cento degli studenti presi in esame, tutti calabresi e con età compresa tra gli 11 e i 19 anni, ritiene che l’uso del pc e l’accesso al web abbia effetti positivi sul proprio apprendimento. Per quanto riguarda gli studenti più grandi, la percentuale salirebbe perfino al 76 per cento. Diversamente, il 39,7 per cento considera negativi gli effetti della digitalizzazione sulla volontà di studiare e, il 33,5 per cento sulla capacità di concentrazione e riflessione.
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