banlieue cattolica milano
I mediatori cutlurali svolgono un ruolo chiave nella prevenzione dei conflitti a carattere etnico nei contesti disagiati di periferia, in cui ogni piccolo pretesto potrebbe rappresentare la scintilla di una battaglia “a fuoco”. In più, controlli serrati delle Forze dell’ordine, promozione del mix sociale e abbassamento dell’allarmismo nei confronti dell’immigrazione. Questa la
ricetta della ricerca svolta, su commissione del Ministro dell’Interno, dai ricercatori dell’
Università Cattolica di Milano in uno studio sulle “
banlieue italiane” intitolato “Processi migratori e integrazione nelle periferie urbane”.
La
ricerca, preannunciata dal Ministro dell’Interno
Maroni e dal Sindaco di Milano Letizia
Moratti lo scorso maggio, analizza infatti le periferie di alcune mportanti città italiane come Milano, Roma, Aversa (Napoli) e Chieri (Torino), per capire se possa effettivamente esserci il “rischio banlieu” nei contesti periferici italiani, e quali misure preventive occorrono.
La
risposta, non molto rassicurante, rivela dei rischi concreti che anche nel nostro Paese possano verificarsi episodi analoghi a quanto accaduto nel
2005 a Clichy-sous-Bois fino a propagarsi nei sobborghi circostanti, frutto del degrado, della mancanza di strutture e di servizi e soprattutto a causa del sovraffollamento e la
microcriminalità specie fra i più giovani. In questo contesto i suggerimenti dei ricercatori riguardano soprattutto tutte quelle iniziative volte a smantellare l’emarginazione e a promuovere la
mediazione culturale, per per i tagli di risorse alle regioni negli ultimi anni sono state drasticamente ridotte.
Le
scuole inoltre possono svolgere un ruolo chiave per favorire il dialogo tra le diverse etnie, con la messa in campo di attività extrascolastiche, o di eventi sportivi, ad esempio. La questione abitativa e urbanistica rimane poi un punto dolente ma centrale, creare infatti
quartieri che non siano dormitori, ed evitare il sovraffollamento sono elementi primari per arginare un fenomeno alle porte.