L’ultimo rapporto del Consorzio Almalaurea fotografa le condizioni dei laureati italiani nel decennio 2001-2009, ovvero nel periodo della tanto discussa Riforma dell’ordinamento universitario (D.M. 509/99). Secondo il report ci si laurea di più e meglio, ma il percorso di studi continuerebbe a pesare ancora troppo sui bilanci delle famiglie.
I costi a carico degli studi universitari, infatti, nel decennio in esame sono cresciuti dal 23% trasformando il percorso accademico in un vero e proprio investimento o, meglio, in una lotteria, dove l’esborso finanziario potrà essere solo parzialmente coperto dai futuri successi professionali del laureato.
I dati del report che fanno ben sperare, sono quelli relativi al numero dei laureati, passati dai 172 mila del 2001 ai 293 mila del 2009, con un incremento percentuale del 71%. Aumentano anche coloro che si laureano in tempo, con un buon 39,2% contro il 9,5% del 2001. Ma resta lo sconfortante dato dei costi delle università statali cresciuti nel periodo 2003-2007. Studiare all’università costa caro, è evidente, ma alle rette universitarie bisogna aggiungere anche le spese per il vitto e l’alloggio degli studenti fuori sede, il materiale didattico. Insomma tutte voci in uscita che pesano sulle tasche dei genitori o su quelle dello studente lavoratore.
Sull’aspetto delle tasse universitarie, bisogna ricordare che queste si calcolano in base al reddito dello studente. Secondo il “Primo rapporto nazionale sui costi degli atenei” diffuso dalla Federconsumatori, nel settembre 2010, vanno da una media annua di circa 535 euro per famiglie a basso reddito ad una di 2 mila euro, in base alla facoltà scelta. Le borse di studio permettono di azzerare o ridurre questi costi. Inoltre, se lo studente è portatore di handicap in misura uguale o superiore al 60%, è esonerato dal pagamento delle rette. Esonero previsto anche per le studentesse che interrompono gli studi per la maternità.
Incidono notevolmente sui costi universitari anche i libri, le cui tariffe variano sempre in base alla facoltà prescelta. Ci sono testi che costano anche 100 euro e la spesa annua media, per una matricola, può anche sfiorare i 500 euro. Questa spesa si può abbattere comprando testi usati, ma molti studenti lamentano la scarsa collaborazione di alcuni docenti che, essendo autori di testi universitari, premono per l’acquisto delle edizioni aggiornate.
Per i costi dell’affitto bisogna considerare una spesa mensile compresa tra 250 e 300 euro a studente. Per i pasti si spendono generalmente altri 200 euro mensili, a cui si aggiungono le spese dei trasporti per raggiungere l’ateneo, circa 50 euro mensili (abbonamenti compresi). Facendo un calcolo sommario, per studiare all’università si spenderebbero (mediamente) più di 7 mila euro annui.