Il 30 giugno scorso con il decreto ministeriale n. 546 il MIUR ha reso noti i posti disponibili per i test d’ammissione 2016 e si è appreso che in dodici mesi ne sono andati in fumo circa 1.700. L’Unione degli universitari (Udu), da sempre contraria al sistema del numero chiuso, non ha gradito la riduzione delle chance di immatricolazione ai corsi di laurea ad accesso programmato a livello nazionale e ha chiesto ancora una volta che questo sistema sia definitivamente superato, affinché tutti abbiano la possibilità di studiare quello che desiderano.
Nel dettaglio, rispetto al 2015 sono scomparsi complessivamente 1.722 posti: 215 a Veterinaria, 696 a Medicina e ben 811 ad Architettura. Un lieve aumento si è registrato solo per il test d’ammissione 2016 a Odontoiatria, per il quale c’è stato un saldo positivo di 85 posti. Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Udu, in proposito ha commentato: “Questo decreto è l’ennesimo atto irresponsabile del MIUR. Conferma, infatti, tante delle preoccupazioni che avevamo denunciato già a gennaio, a cominciare dalla riduzione dei posti messi a bando, drasticamente inferiori a quelli degli scorsi anni”.
A proposito dei contingenti autorizzati dal ministero per i test d’ammissione 2016, Dionisio fa notare che la pervicacia nel voler mantenere a tutti i costi il numero programmato per determinati corsi di laurea porta al verificarsi anche di casi paradossali, come quello di Architettura. Da qualche anno a questa parte, infatti, si è avuto un netto calo degli aspiranti, tanto che essi spesso sono in numero inferiore rispetto ai posti disponibili, ma il MIUR – denuncia il coordinatore Udu – “anziché prenderne atto e andare verso il libero accesso, decide di mettere a bando meno posti: una scelta del tutto insensata”.
La volontà di contenere le matricole di determinati percorsi di studio è chiara, accusa Dionisio, e si manifesta anche attraverso la pratica di riservare una quota dei posti autorizzati agli studenti stranieri non comunitari e non residenti in Italia. “È un dato ormai consolidato che questi ultimi posti non vengono mai coperti interamente, visto che spesso gli studenti non comunitari non residenti che sostengono il test sono in numero inferiore rispetto ai posti disponibili”, spiega, e il fatto che il MIUR continui a mettere a bando posti “che già sa che non verranno assegnati, prevedendo l’impossibilità di destinare quei posti a comunitari e residenti” comporta secondo l’Udu un ulteriore taglio di fatto.
A far calare il numero degli immatricolati concorrerà poi un’altra regola, inserita dal MIUR per la prima volta nel decreto relativo ai test d’ammissione 2016, quella che prevede la chiusura perentoria delle graduatorie entro la conclusione delle attività didattiche del primo semestre. Ciò, attracca l’Udu, “rappresenta una palese violazione del diritto allo studio, visto che impedisce l’accesso anche a coloro che hanno conseguito una posizione in graduatoria utile per entrare” ed è “l’ulteriore stratagemma per rendere i posti effettivamente disponibili ancora inferiori a quelli indicati nel decreto”, sottolinea Dionisio.
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