Si moltiplicano corsi e insegnamenti universitari. A dirlo è il rapporto sull’università 2009 del Comitato di Valutazione del Sistema Universitario, che è stato presentato da pochi giorni presso la sede del Cnr di Roma.
Più di 5.800 i corsi di studio tra corsi di laurea triennale e specialistica. Dall’avvio della riforma del 2001, spiega il rapporto, l’offerta formativa universitaria nazionale è aumentata dell’80 per cento, passando da 3.234 a 5.835 corsi.
Un dato interpretato negativamente dal Comitato di valutazione che parla di un fenomeno in controtendenza rispetto alle raccomandazioni ministeriali di razionalizzare l’offerta, riducendo gli sprechi. Certo è che, evidenzia il rapporto, gran parte dell’aumento dei corsi dipende dall’avvio delle lauree specialistiche. Ma c’è un altro fattore, che secondo il Comitato di valutazione sarebbe responsabile della moltiplicazione dei corsi: quello delle sedi decentrate con pochi iscritti.
Questi corsi, si legge nel rapporto, sono distribuiti sul territorio e contano come iscritti una “manciata” di studenti. Secondo il rapporto università 2009 sono circa 369 i corsi che contano meno di 10 immatricolati: è quella che il rapporto definisce una “polverizzazione territoriale”, e rispetto alla quale individua comunque delle inversioni di tendenza a partire dall’offerta 2009/2010.
Ad aumentare sono poi anche gli insegnamenti. Che sono passati dai 116 mila del 2001 ai 180 mila del 2006 ai 171 mila del 2007. Una proliferazione che il Comitato di valutazione definisce “eccessiva“, anche se in parziale arresto a partire dall’anno accademico in corso.
Un quadro, quello che emerge dal rapporto università 2009 che va considerato insieme all’aumento dei fuori corso e al calo complessivo delle iscrizioni.